Le parole di Gianmarco Tamberi
Gianmarco Tamberi e la sua ricerca di motivazioni: “A me serve sempre uno stimolo. Se salto per divertirmi non faccio più di 1,85 o magari 1,90 se c’è la clap, il pubblico che batte le mani a tempo. Domenica in Slesia volevo tornare a vincere e l’ho fatto, a Roma voglio ripetermi”. Marcell Jacobs e la sua cena nella Capitale con Fred Kerley: “Ci siamo organizzati dopo la gara in Polonia, mi ha chiesto di andare a mangiare in qualche bel ristorante. Abbiamo parlato della questione sponsor, del futuro, degli avversari e dei nostri business. Il patto era ‘chi perde, paga’. E allora ho dovuto pagare io”. Andy Diaz e la sua ambizione: “Il record italiano l’ho fatto al Golden Gala l’anno scorso, domani mi tocca rifarlo per forza”. I tre azzurri parlano alla vigilia del grande evento dello stadio Olimpico, edizione n. 44, tappa italiana della Wanda Diamond League: appuntamento con il Golden Gala Pietro Mennea – Presented by IP venerdì sera dalle 19.30.
Gimbo, che cerca la prima vittoria al Golden Gala alla sesta partecipazione (in pedana venerdì sera alle 21.10, tra i rivali il coreano Woo), ha aggiornato tutti sulle proprie condizioni di salute dopo le problematiche di Parigi: “Sto decisamente meglio dal punto di vista fisico – spiega – Ho fatto tutti gli accertamenti necessari: le analisi del sangue e l’ecografia hanno scongiurato calcoli in corpo. La Tac, avendone fatte due nei 15 giorni precedenti, mi è stata sconsigliata. Le ultime due coliche le ho avuto il giorno dopo la gara, poi ho iniziato una cura di farmaci che mi ha fatto stare meglio ed è stata interrotta poco prima di Chorzow. Dal punto di vista mentale, invece, sto vivendo un momento molto altalenante, non tutte le mattine mi sveglio con il sorriso. Ma dentro sento una voglia che mi spinge a ricominciare e a mettermi in gioco per i Mondiali di Tokyo del prossimo anno. Los Angeles? Si aprirebbe un nuovo capitolo della mia vita e dovrei capire come e con chi. Se devo pensare ai Giochi del 2028 devo riprendere tutto in mano e capire se fattibile e come farlo”.
A chi chiede se nel panorama attuale sia impossibile il primato del mondo dell’alto maschile, risponde che “la mia qualità migliore è dare tutto nelle situazioni importanti, con la maglia azzurra mi trasformo, mentre nei meeting faccio più fatica. Ma ho cercato di annullare ogni limite mentale”. Il desiderio di diventare papà è sempre più forte: “Entrambi, io e Chiara, amiamo e adoriamo i bambini e ci vorremmo dedicare a loro. Finora non è stato il momento giusto, ma adesso ci piacerebbe da morire riuscire a coronarlo”. Una passeggiata in centro a Roma in gioielleria: “Non ho ancora ritirato la fede ma siamo andati a riprendere le misure. La prendiamo tra qualche giorno. Greg non l’ha trovata nella Senna quindi abbiamo dovuto provvedere…”, scherza.
Jacobs, in pista nei 100 alle 22.52 con l’oro olimpico dei 200 Letsile Tebogo e il bronzo dei 100 Fred Kerley, è tornato a parlare della finale dei Giochi di Parigi: “Ho dato tutto, sono contento di aver fatto un’ottima stagione e una finale olimpica, anche se da campione uscente non mi basta. A Parigi mancava la costanza nel gareggiare a quei livelli: quando si cambia tutto è una scommessa, ho avuto un po’ di difficoltà a inizio stagione e non sono riuscito a entrare subito nel meccanismo che il mio allenatore richiedeva. Si potrà anche puntare ad avvicinare il 9.80 di Tokyo ma in questo momento l’obiettivo è divertirmi il più possibile: questo sport lo faccio perché mi piace, non perché devo. In Slesia ero preoccupato di non riuscire a correre in meno di 10.10 e invece è arrivato un 9.93: un’altra gara sotto i 10 secondi dopo le Olimpiadi ha gran valore”.
Il bronzo olimpico Diaz, che dalle 19.48 sarà in pedana con l’intento dichiarato di migliorare il primato italiano dello scorso anno a Firenze (17,75), guarda già oltre la medaglia di Parigi: “Sono felice ma non del tutto soddisfatto del bronzo, in questi due anni abbiamo alzato l’asticella dei risultati – spiega -. Nella qualificazione di Parigi sembravo un ragazzino, poi in finale è stato tutto diverso. Sapevo che stavo rappresentando una Nazione, non potevo tornare senza medaglia. Golden Gala? Tutti sappiamo che l’Olimpico è un impianto magico, e domani, nella mia prima gara in questo stadio, vorrei superarmi. Diciotto metri? Perché no, ci proverò. E se un giorno ci sarà qualcuno che migliorerà il record del mondo di Jonathan Edwards che resiste dal 1995, quell’atleta vorrei essere io”.