Gianmarco Tamberi non si nasconde
Protagonista, assieme all’altra portabandiera azzurra a Parigi Arianna Errigo, della cerimonia di riconsegna della bandiera italiana al Quirinale, Gianmarco Tamberi è tornato sull’esperienza olimpica nella capitale francese, dove a causa di un problema di salute non è riuscito a confermare l’oro vinto tre anni fa a Tokyo, né a salire su un altro dei due gradini del podio.
“Vorrei innanzitutto ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicini in quei giorni così difficili – ha dichiarato il saltatore in alto, che nonostante fosse debilitato dalla colica renale ha voluto comunque partecipare alla finale di Parigi, senza avvicinarsi però alle posizioni di vertice -. Non posso non accettare le critiche, ma solo se poste con spirito costruttivo, per capire se e dove ho sbagliato”.
“In generale penso che alla gente piaccia il fatto che sia il più umano possibile: urlo con forza se mi sento un leone, piango dalla disperazione quando perdo tutto quello che ho. Da questo penso che si capiscano tutti i sacrifici, tutto ciò che c’è dietro una partecipazione olimpica”.
Classe 1992, Tamberi è arrivato undicesimo nella finale olimpica di Parigi ma la sua stagione è tutt’altro che fallimentare: a Roma, lo scorso giugno, ha conquistato il titolo europeo saltando 2,37 (record dei campionati e miglior prestazione mondiale stagionale fino a quel momento) e ha chiuso la stagione di Diamond League con una brillante vittoria a Bruxelles, saltando 2,34, il 14 settembre.