Le parole di Marcell Jacobs
A tre settimane dalla finale olimpica di Parigi (domenica 4 agosto), Marcell Jacobs si impone nell’atto conclusivo del test di Rieti nei 100 metri. Nell’ultimo dei tre turni, corsi in poco più di ventiquattr’ore per simulare le due giornate che lo attendono ai Giochi, il campione di Tokyo è il più veloce allo stadio Guidobaldi, con il tempo di 10.08 (+0.9), in rimonta sul cinese Xie Zhenye (10.09) e davanti al canadese Andre De Grasse (10.11), in un pomeriggio decisamente caldo, con temperature che toccano anche i 34 gradi.
Quarto il giapponese Abdul Hakim Sani Brown (10.20), quinto il cinese Chen Jiapeng (10.27). Un’ora e mezza prima, l’azzurro delle Fiamme Oro era stato terzo in semifinale con 10.16 (+1.1) alle spalle del bronzo olimpico della staffetta Xie (10.08) e appaiato al campione olimpico dei 200 De Grasse (10.16), avanti per millesimi.
“Vincere fa sempre bene e sono contento di averlo fatto – racconta Jacobs dopo la gara, applaudito dal folto pubblico di Rieti, città che ha scelto per i suoi allenamenti estivi con il gruppo di coach Rana Reider -. Questo test faceva parte di una lunga settimana di allenamento e serviva per capire come avrebbe reagito il fisico: posso dire che i muscoli abbiano retto bene e ora sono pronto per lavorare altre due settimane. Bene il fatto di aver migliorato il crono un turno dopo l’altro (ieri 10.17 in batteria, ndr), speravo di correre un po’ più veloce in semifinale, ma il caldo e l’umidità hanno influito. Ovviamente non sono tempi che valgono per Parigi: con questi crono ci fai poco alle Olimpiadi, non si entra in finale. Il picco non doveva esserci qui, ma dovrà esserci ai Giochi. Ora torneremo a sistemare alcuni aspetti tecnici: c’è stallo dai 15 ai 30 metri, nella transizione, ed è lì che voglio lavorare, con molta dedizione e anche per riprendere la forma e la qualità che serve per Parigi. Non ci andrò per partecipare ma per cercare di portare a casa nuovamente una medaglia e divertirmi. I Trials? Gli americani devono trovare la condizione prima di noi. Però chi mi ha impressionato è il giamaicano Kishane Thompson: sapevo che avrebbe potuto correre forte, ma quello che conta è la finale delle Olimpiadi. Rieti? È una pista che frequento dal 2013, ho fatto qui il primo campionato europeo juniores. Da quando son arrivato in città mi trovo a mio agio, è un posto perfetto per allenarmi, concentrarmi, stare a casa, riposare”.