La boxe italiana piange la scomparsa di Christian Daghio, campione mondiale in carica dei super-medi, morto in un ospedale di Bangkok a causa dei traumi riportati per un ko subito nel match valido per la difesa del titolo iridato, svoltosi lo scorso 26 ottobre.
Daghio, che era nato a Carpi nel 1969, è spirato dopo una settimana di agonia: “È stato un combattimento leale – ha detto il fratello Riccardo in un’intervista a concessa ‘Il Resto del Carlino’ – Era caduto una prima volta, qualsiasi altro pugile si sarebbe arreso. Ma lui non mollava mai. E’ morto come voleva: combattendo”.
Oltre che pugile, Daghio è stato un mito della Thai boxe, antica arte marziale che ammette l’uso di pugni, calci, gomitate e ginocchiate, al punto da trasferirsi in Thailandia nel 1996 e qui aprire una scuola. In questo sport ha conquistato tre medaglie con l’Italia tra Europei e Mondiali.
Aveva lasciato l’attività nel 2016, salvo rientrare un anno dopo per tornare a dedicarsi al pugilato. Il suo score parla di 31 vittorie su 31 nel pugilato, 27 di queste per ko, e 142 successi su 186 match di Thai.