La pugile azzurra Irma Testa: “Vivevo l’omosessualità come un errore, poi è cambiato tutto”.
Irma Testa, pugile medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo, ha raccontato in un’intervista a Fanpage.it il lungo processo che l’ha portata a fare coming out: “Anche per tutti quei ragazzi che vogliono sentirsi liberi di amare”.
“L’ho detto a mia madre e mia sorella per la prima volta – ha spiegato l’atleta campana -. Nelle nostre case si svolge tutto in cucina e ho chiesto a mia madre di sedersi perché le dovevo dire una cosa. Le ho detto mi ero innamorata di una ragazza. Mia madre ha accennato un leggero pianto, è scesa una lacrimuccia. Mi ha detto ‘se sei felice, io sono felice… l’ho sempre saputo’. Questo ‘l’ho sempre saputo’ mi ha fatto capire che mi ha sempre amato incondizionatamente e che non c’era nulla di sbagliato”.
“Vivevo tutto come un errore. Appena sentivo questa attrazione verso un’altra ragazzina subito la facevo uscire dalla mia mente. Soffermarmi su quel pensiero o su quell’idea mi faceva sentire sbagliata. Per me non esistevano altri casi, non c’erano donne che amavano altre donne. Non avevo mai sentito parlare di tante cose e pensavo non fosse normale amare una persona dello stesso. Ho capito questa cosa appena sono arrivata in Nazionale ad Assisi e mi sono confrontata con alcune ragazze che la vedevano in modo totalmente diversa. Lì ho capito che non ero sbagliata”.
“Tante volte hanno associato al mio orientamento sessuale il pugilato e il fatto che rende più mascolina. Qualcuno ha dato anche una spiegazione scientifica, ma non la ricordo, perché è una cosa totalmente inutile. C’è chi pensa che le donne abbiano degli sport predefiniti. Mi hanno detto: sei così perché fai pugilato, ecco perché non dovreste farlo voi donne”.
“Ho ricevuto tanti messaggi. E vorrei raccontare quello più brutto, quello di una ragazza che non avevano accettato. E così lei invece di amare le donne ha scelto di stare con i ragazzi. Questo è stato il messaggio più brutto che ho ricevuto, è stato di un’atrocità unica. Volevo essere la sorella maggiore di tanti ragazzi e ragazze che vogliono sentirsi liberi di amare chi vogliono”.