Olimpiadi Parigi 2024, il Cio chiude il caso della pugile Khelif

Parigi, il caso della boxe

Il Comitato Olimpico Internazionale, tramite una lunga nota, ha preso posizione dopo il polverone alzatosi per il match di pugilato tra l’Azzurra Angela Carini e l’algerina Imane Khelif: “Ogni persona ha il diritto di praticare sport senza discriminazioni”.

“Tutti gli atleti che partecipano al torneo di pugilato dei Giochi olimpici di Parigi 2024 rispettano i regolamenti di ammissibilità e di partecipazione della competizione nonché tutti i regolamenti medici applicabili stabiliti dalla Paris 2024 Boxing Unit (PBU). Come per le precedenti competizioni olimpiche di pugilato, il sesso e l’età degli atleti si basano sul loro passaporto”.

“Queste regole sono state applicate anche durante il periodo di qualificazione, inclusi i tornei di pugilato dei Giochi europei del 2023, dei Giochi asiatici, dei Giochi panamericani e dei Giochi del Pacifico, il torneo di qualificazione africano ad hoc del 2023 a Dakar (SEN) e due tornei di qualificazione mondiale tenutisi a Busto Arsizio (ITA) e Bangkok (THA) nel 2024, che hanno coinvolto un totale di 1.471 pugili diversi provenienti da 172 Comitati olimpici nazionali (NOC), il Boxing Refugee Team e gli atleti neutrali individuali, e hanno caratterizzato oltre 2.000 incontri di qualificazione – ha proseguito il Ciò nel comunicato -. Abbiamo visto nei resoconti informazioni fuorvianti su due atlete donne in gara alle Olimpiadi di Parigi 2024″.

“Le due atlete hanno gareggiato in competizioni internazionali di pugilato per molti anni nella categoria femminile, tra cui le Olimpiadi di Tokyo 2020, i Campionati del Mondo dell’International Boxing Association (IBA) e i tornei sanzionati dall’IBA – ha aggiunto il Cio con riferimento al caso Khelif -. Queste due atlete sono state vittime di una decisione improvvisa e arbitraria da parte dell’IBA. Verso la fine dei Campionati del Mondo IBA nel 2023, sono state improvvisamente squalificate senza alcun giusto processo. Secondo i verbali dell’IBA disponibili sul loro sito web, questa decisione é stata inizialmente presa esclusivamente dal Segretario Generale e dall’Amministratore Delegato dell’IBA. Il Consiglio dell’IBA lo ha ratificato solo in seguito e solo in seguito ha richiesto che una procedura da seguire in casi simili in futuro fosse stabilita e riflessa nei Regolamenti IBA. I verbali affermano anche che l’IBA dovrebbe ‘stabilire una procedura chiara sui test di genere. L’attuale aggressione contro questi due atleti si basa interamente su questa decisione arbitraria, che é stata presa senza alcuna procedura adeguata, soprattutto considerando che questi atleti gareggiavano in competizioni di alto livello da molti anni. Un simile approccio é contrario alla buona governance”.


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