Una decisione storica, quella del general manager Gianni Savio, dei ciclisti della Androni Giocattoli, dello staff e della società tutta: hanno infatti citato in giudizio i tesserati Fabio Taborre e Davide Apollonio, risultati positivi a un controllo anti-doping.
E’ infatti la prima volta nella storia di questo sport che una società professionistica e soprattutto i ‘colleghi’ corridori prendano questo provvedimento nei confronti di altri atleti. La squadra italiana che utilizza biciclette Bianchi, d’altronde, ne ha pagato direttamente le conseguenze, venendo esclusa dalla corse per tutto il mese di agosto.
Gianni Savio ha firmato una lettera pubblicata sul sito del team: “Da anni la lotta al doping rappresenta uno degli obiettivi primari nella gestione della nostra squadra. Abbiamo cercato di EDUCARE – con l’insegnamento dei Medici Vicini e Giorgi, degli Allenatori Lanfranco, dei Direttori Sportivi Ellena, Miodini, Canciani e Cheula, di PREVENIRE – con corsi di informazione tenuti dall’Avvocato Napoleone – e anche di REPRIMERE – con l’istituzione di un’ingente penale, prevista dal Regolamento interno che tutti i componenti la squadra hanno sottoscritto presso il Notaio Marvaso.
Abbiamo richiesto e ottenuto da ogni singolo atleta la password per poter accedere e monitorare i valori del loro Passaporto Biologico e tali valori sono sempre risultati nella norma.
Non abbiamo mai esercitato pressione sui nostri atleti, per i quali abbiamo preparato un calendario con un adeguato numero di giornate di gara, sempre concordate tra corridori, tecnici e allenatori.
Siamo certi di aver messo in atto tutte le misure preventive per contrastare il doping. DI PIU’ NON AVREMMO POTUTO FARE.
Pertanto saremo inflessibili nei confronti dei due irresponsabili che hanno infranto le regole della nostra squadra. Il loro comportamento criminale – insisto su questo termine poiché il doping è reato – ha causato un danno enorme non solo alla nostra Società, ma anche allo staff e ai corridori che, per trenta giorni, non hanno potuto svolgere attività agonistica.
Siamo comunque abituati ad affrontare e superare le avversità, di conseguenza non ci arrenderemo mai e continueremo a lottare con la determinazione e la tenacia di sempre”.
La costituzione in mora era stata presentata il 30 luglio scorso, ma solo martedì, alla riapertura del Tribunale dopo la pausa estiva, l’Avvocato Giuseppe Napoleone ha redatto l’atto di citazione in giudizio.