A margine di CosmoBike a Verona Fiere arriva l’accorato appello dell’ex campione di ciclismo Gianni Bugno per la sicurezza stradale: “Non vado più in bici. Lo farei, ma ho paura:le biciclette sono percepite come un fastidio. Ai ciclisti dico di rendersi visibili con luci e abbigliamento fluorescente”.
Nel 2017 hanno perso la vita 254 ciclisti. Numeri choc, denunciati dall’Accpi, il sindacato italiano, che ha lanciato la campagna “luci sempre accese”, e su change.org ha promosso l’iniziativa “Siamo sulla stessa strada: rendiamola sicura”, con quasi 15mila firme.
“La proposta si articola in tre punti- spiega il presidente Cristian Salvato –: rispetto della legge 366 del 1998 per cui ogni nuova strada che si realizza deve essere accompagnata da una ciclabile; supporto alle famiglie dei ciclisti vittime di incidenti; rispetto del metroemezzo di distanza laterale in fase di sorpasso”, le parole alla Gazzetta dello Sport.
Presente anche Marco Scarponi, il fratello di Michele: “Da quando è morto, cos’è cambiato? Niente. Dobbiamo creare una cultura che metta al centro il più debole. Non sono un esperto di infrastrutture, ma sono un esperto di dolore e ho scoperto che tanti sono nella mia situazione: i familiari delle vittime della strada e degli oltre 17mila feriti gravi. Il problema dei ciclisti è l’automobile. Alta velocità, cellulare alla guida, parcheggi in doppia fila. Il ciclista non ha più spazio per muoversi, non gode di rispetto”.