Il ciclista della Bardiani-CSF Giovanni Carboni, quasi coetaneo di Bjorg Lambrecht, il talento belga morto tragicamente al Giro di Polonia, ricorda il corridore scomparso ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Con quel fisico minuto volava in salita”.
“Lambrecht l’ho conosciuto alla Ronde d’Isard nel 2016, quando correvo all’Unieuro e lui era al primo anno da under 23. Vinse lui, io arrivai sesto. In squadra eravamo sorpresi da questo ragazzino dal fisico minuto. Sembrava un uccellino, era un leone. Poi, un mese dopo in nazionale, me lo sono ritrovato alla Corsa della pace. Ultima tappa, finale uno strappo: io terzo, lui primo. Nel 2017 ci siamo trovati al Val d’Aosta. A Quincinetto, seconda tappa, stavolta ho vinto io e lui secondo. Però nelle generale m’è arrivato davanti. Vinse Sivakov, lui secondo e io quinto. Poi siamo andati all’Avvenire, la corsa a tappe più importante per noi dilettanti. Chi vinse? Bernal e lui arrivò ancora secondo. Nella penultima tappa lui ed Egan fecero fuoco e fiamme. Bjorg volava in salita. Aveva grinta. Adesso… non ci posso credere”.