Fabio Aru in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha parlato del suo recupero dopo l’operazione alla gamba: “Venerdì sera sono tornato dalla visita di controllo a Prato dei dottori Paolo Raugei e Andrea Gori che mi avevano operato. Ho fatto un test sotto sforzo e un’altra Tac con mezzo di contrasto, abbiamo visto come scorre bene il sangue nell’arteria iliaca della gamba sinistra (schiacciata dalla compressione del gesto della pedalata: inserito un dilatatore, ndr) e che questo “stent” non si è mai mosso. Adesso posso tornare a pedalare, con gradualità”.
“Non è piacevole star fuori per uno come me che ama questo lavoro molto intensamente e vorrebbe sempre spaccare il mondo. I primi giorni a letto, poi qualche camminata senza sforzare la gamba, la seconda settimana una passeggiatina, giusto per vedere com’era il mondo fuori. Il 15 aprile sono risalito sui rulli, con il manubrio alto per non forzare troppo il bacino. Piano piano, come un bambino. Ma il fatto psicologico di sedermi di nuovo in bici, il gesto dirimettermi le scarpe e il completino da corsa… L’istinto dell’agonismo c’è sempre. E dentro ho la voglia matta di mettermi alla prova, di testarmi”.
Il Giro in arrivo: “Ho visto molto bene Nibali al Tour of the Alps, meglio di altre volte. E’ arrivato al momento perfetto per il Giro. Tifo per lui, abbiamo condiviso tanti anni, un ottimo rapporto, ho imparato tanto da lui e gli sono legato: deve vincere anche per me…. Ha così tanta classe ed esperienza che non deve aver paura di nessuno. La sua grande forza è la continuità negli anni (sempre sul podio negli ultimi cinque Giri disputati, ndr). Sa come si fa”.