L’UCI ha ritirato la licenza a tutte le squadre russe e bielorusse, vietando anche eventi e gare a Mosca e Minsk.
Tra le ultime Federazioni sportive a pronunciarsi in merito alla spinosa questione delle squadre russe, l’UCI ha sciolto le riserve alla vigilia del Trofeo Laigueglia, prima gara del calendario italiano, alla quale era stata invitata anche la Gazprom-RusVelo, formazione con sede in Svizzera ma con management e sponsor russi.
Al Team Gazprom, al quale sono affiliati i clicisti azzurri Marco Canola, Christian Scaroni, Matteo Malucelli, Giovanni Carboni, Andrea Piccolo, Alessandro Fedeli e Nicola Conci, così come alle altre squadre russe e bielorusse, è stata revocata la licenza UCI, come da nota ufficiale riportata dalla stessa Federazione: gli atleti italiani facenti parte di Gazprom non potranno dunque prender parte alle competizioni.
“Alla luce della situazione, il Comitato direttivo dell’UCI ha adottato all’unanimità le seguenti decisioni:
1. Le squadre nazionali russe e bielorusse e / o le selezioni nazionali non sono autorizzate a partecipare ad alcun evento del calendario internazionale UCI, con effetto immediato.
2. Lo status di squadra UCI è revocato a tutte le squadre di nazionalità russa o bielorussa e l’UCI non prenderà in considerazione ulteriori domande per lo status UCI da parte di squadre di questi due paesi. Il ritiro dello status di UCI Team riguarda le seguenti squadre:
– UCI ProTeam Gazprom – RusVelo (RUS)
– UCI Continental Team Vozrozhdenie (RUS)
– UCI Track Team Marathon – Tula Cycling Team (RUS)
– UCI Continental Team CCN Factory Racing (BLR)
– UCI Continental Team Minsk Cycling Club (BLR)
– UCI Women’s Continental Team Minsk Cycling Club (BLR)”, si legge nella nota.
L’UCI non impedirà tuttavia agli atleti russi di altre squadre di prendere parte alle gare, come si specifica nel prosieguo del comunicato.
“Qualsiasi partecipazione di atleti russi o bielorussi deve essere in veste neutrale e gli organizzatori sono pregati di ritirare qualsiasi riferimento alla Russia o alla Bielorussia, inclusi il nome, gli emblemi, gli acronimi e le bandiere, e sostituirli con un riferimento o una denominazione neutrale su tutti i documenti relativi all’evento e in linea con le istruzioni che devono essere fornite dall’UCI.
La decisione di non imporre un divieto generale agli atleti russi e bielorussi in tutti gli eventi internazionali si basa sull’ottenimento di un equilibrio di tutti gli interessi. In particolare, si tratta di tenere conto dei diritti contrattuali dei corridori e delle squadre interessate e di non penalizzare ingiustamente le squadre che non sono russe o bielorusse”, conclude l’UCI.