È morto improvvisamente a causa di un infarto in quella Colombia che lo aveva accolto con affetto: Franco Gini, storico team manager e direttore sportivo del ciclismo, aveva appena 63 anni.
Il pisano – originario di Crespina – era attualmente addetto ad allenare i giovani talenti del Team Movistar, avvezzo a pescare nel Paese sudamericano come dimostrano i fratelli Quintana, sotto contratto con la squadra spagnola (per ultimo Gini aveva scoperto Carlos Betancur, da quest’anno proprio alla Movistar).
Su Twitter si sono accumulati i ‘cinguettii’ increduli di chi lo ha conosciuto. “Franco Gini, spero ancora non sia vero! Sei più di un amico e ti sono affezionato… Spero non sia vero”, ha scritto Michele Bartoli, che insieme a Francesco Casagrande, nel 1992, era stato lanciato nel ciclismo professionistico proprio da Gini alla Mercatone Uno-Medeghini.
“Ti ricordo felice e sorridente nel giorno del Timone d’Oro, contento per un premio dedicatoti da tutti i DS italiani. Ciao Franco #Gini”, ha fatto eco Luca Guercilena. “Notizie che non vorresti mai sentire, ho parlato con te al telefono 10 giorni fa, ciao Franco RIP”, è il pensiero dell’ex velocista Alessandro Petacchi.
Nella sua carriera Gini ha allenato la Saeco ‘delle meraviglie’, quella con Mario Cipollini e Silvio Martinello in organico. In seguito si era accasato alla Cantina Tollo, alla Acqua&Sapone e alla Vini Caldirola prima di diventare ct della nazionale colombiana (con cui ha vinto il mondiale Under 23 di Varese 2008 con a Fabio Duarte e il GiroBio del 2009 e del 2010 rispettivamente con Sarmiento e Betancur). Era approdato nel ciclismo professionistico nel 1987 con la Pepsi Cola-Alba Cucine Fanini.