Pantani, Conti non crede al complotto

L’intercettazione svelata lunedì ha riaccesso i riflettori sul caso Pantani ma Beppe Conti, giornalista e scrittore torinese presente quel 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, non ci sta: “Non credo tanto alla teoria del complotto, non so come sia potuto avvenire”.
 
“C’erano tre o quattro medici, un giudice internazionale, non riesco a capire come possa esserci stato questo scambio di provette. Ho parlato con i diretti interessati, le provette erano associate a un codice e ce n’era uno fuori norma. Da lì sono risaliti a Pantani e hanno ripetuto le analisi. Mi sembra fantaciclismo”, ha spiegato a Lapresse.
 
“Lui ha sempre detto di esser stato fregato, io posso dire che per me è stato tanto grande in bici quanto fragile nella vita di tutti i giorni. Lui però vinceva perché era il più forte di tutti. Il coinvolgimento della camorra? Quello è tutto un altro caso. Sono state fatte un sacco di inchieste, non è venuto fuori niente. Io ho dei dubbi, non voglio fare il conservatore di turno ma faccio fatica a credere al complotto. Ero dal di dentro, ho sentito un sacco di testimonianze e mi sembrerebbe tutto molto strano”.


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