Sonny Colbrelli risponde agli haters: “Emoticon sulle siringhe? Solo invidia”

Sonny Colbrelli al contrattacco

“Ci sarà sempre l’invidia, il prezzo da pagare quando si va forte. Le critiche le leggo, gli emoticon delle siringhe sui social li vedo ma cerco di farmeli scivolare addosso. Ho capito che non si può piacere a tutti”. Sonny Colbrelli, sul Corriere della Sera, risponde agli haters. E ricorda un momento molto sgradevole. “Il blitz della gendarmerie al Tour, nell’albergo della mia squadra, la Bahrein. Una perquisizione che ha gettato fango sul nulla. Se ne è più saputo qualcosa? No, eppure il mio cellulare e il mio computer sono ancora sequestrati”.

“La fabbrica è stata la mia salvezza. Prima le maniglie, dove lavorava papà Chicco, poi i tubi: alle 6 del mattino li tiravo fuori dal forno e caricavo sui camion. Finito il turno, via in bici ad allenarmi: un paradiso, in confronto. A 17 anni ho detto a mio padre: scegli tra la tuta da operaio e quella da corridore. E lui: vai pure in bicicletta” aggiunge il trionfatore all’ultima Parigi-Roubaix.


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