Tokyo 2020, inseguimento a squadre d’oro
Trionfo in rimonta per l’Italia nella finale dell’inseguimento a squadre del ciclismo su pista.
Il quartetto composto da Ganna, Milan, Lamon e Consonni ha conquistato la medaglia d’oro con tanto di nuovo record del mondo.
La Danimarca, in testa con un vantaggio di oltre otto decimi a tre giri dal termine, si è fatta rimontare nel finale e si è quindi dovuta accontentare dell’argento.
Decisivo il forcing finale di Filippo Ganna che ha così trasformato nel metallo più prezioso la trentesima medaglia alla spedizione azzurra.
A Rio de Janeiro, cinque anni fa, sono state 28 complessivamente le medaglie conquistate dagli Azzurri: 8 ori, 12 argenti e 8 bronzi, che sono valsi all’Italia il nono posto nella classifica finale, il quinto tra i Paesi europei, alle spalle di Gran Bretagna, Russia, Germania e Francia. Niccolò Campriani ne ha vinte due d’oro nel tiro a segno con la sua carabina, Diana Bacosi e Gabriele Rossetti hanno messo tutti in fila nel tiro a volo, ma sono saliti sul gradino più alto del podio anche Daniele Garozzo (scherma), Fabio Basile (judo), Gregorio Paltrinieri (nuoto) ed Elia Viviani (ciclismo su pista). Il veneto è stato uno dei nostri portabandiera nella cerimonia inaugurale. L’altra, Jessica Rossi, ha vinto l’oro nel 2012 a Londra, nel tiro a volo.
Anche nell’edizione inglese sono state 28 le medaglie messe al collo da atleti italiani: 8 d’oro, 9 d’argento e 11 di bronzo. Le altre sette medaglie italiane del metallo più prezioso arrivarono nel tiro con l’arco (squadra maschile), nel tiro a segno (ancora Campriani), nella scherma (ci furono le vittorie del fioretto a squadre femminile e maschile e di Elisa Di Francisca nel fioretto individuale femminile), nel taekwondo (Carlo Molfetta) e nella canoa con Daniele Molmenti.