Fabio Aru parla dopo il ritiro dal Tour de France: “Non so proprio cosa mi stia succedendo, non ho risposte e questa cosa mi fa soffrire. Mi ero avvicinato a questo Tour in punta di piedi, ma conscio che avevo lavorato bene. Ero venuto non per fare classifica, ma per aiutare Pogacar e magari puntare a togliermi qualche soddisfazione personale. Venivo da una serie di prestazioni incoraggianti, Lombardia a parte. Anche i dati mostravano ottimismo, i migliori degli ultimi tre anni. Ero fiducioso per il prosieguo della corsa, persino dopo la prima tappa pirenaica avevo buone sensazioni”, sono le parole ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
“Ora sono qua, a terra, senza capirne il motivo. Non mi merito questo: sono sempre stato un professionista esemplare e il mio impegno massimo. Non si merita questo neanche la squadra e soffro tantissimo nel non poter dare il mio contributo come programmato. Il mio futuro? Adesso non ci penso. La botta è troppo calda”.