Chris Froome entra nel circolo esclusivo dei vincitori del Tour per 3 volte, eguagliando miti come Louison Bobet e Greg Lemond, pur con modalità differenti rispetto ai successi del 2013 e del 2015. Al keniano bianco è bastato pedalare con regolarità (e fare qualche metro a piedi sul Ventoux…) per piegare una concorrenza inesistente, forte anche dell’aiuto di una squadra mai così forte.
Le note di “God Save the Queen” sono risuonate sugli Champs Elysee, mai così blindati nel timore di attentati, e durante il discorso post-premiazione al termine dell’ultima tappa vinta da Greipel Froome ha avuto un pensiero anche per le vittime della strage di Nizza, verificatasi proprio durante la Grande Boucle:
“Questo Tour è andato avanti anche dopo eventi terribili come quelli accaduto a Nizza e a Monaco – ha detto Froome, pronto a lottare per una medaglia a Rio nella cronometro – Dobbiamo ricordarci quanto lo sport ci aiuti per immaginare una società libera. Tutti amiamo il Tour, la passione, i bellissimi panorami e le amicizie che si creano. E tutto questo non lo dimenticheremo mai”.