Matteo Fontana, il triatleta di Carate Brianza, è stato ricoverato all’ospedale Sant’Anna di Como con due vertebre rotte, una frattura al gomito, una ferita alla fronte, ammaccature varie. Lo racconta ‘Il Cittadino’. Ha rischiato la vita sulle strade del Triangolo Lariano mentre si stava allenando in bicicletta, ma sa anche di essere stato fortunato: i 60 giorni di prognosi sono la conseguenza di un incidente con una motocicletta di cui all’inizio non aveva ricordi.
L’incidente è successo lunedì 3 luglio intorno alle 13 su una strada, quella che porta a Colma da una parte e Ghisallo dall’altra, che l’atleta conosce a memoria visto che la percorre da quando aveva tredici anni. Il caratese è stato soccorso in codice rosso. Quando si è risvegliato in un letto di ospedale aveva dimenticato completamente l’incidente.
“Mi ricordavo di essere in bicicletta e al mio risveglio immobilizzato all’ospedale si può capire il mio stupore, però ero sicuro non fosse colpa mia, le indagini delle forze dell’ordine hanno appurato la verità, poi alcuni ricordi sono tornati – ha spiegato alla Provincia di Como – Io ero in bicicletta per allenarmi, ero ancora in riscaldamento, andavo molto tranquillo, il mio obiettivo era arrivare alla Colma di Sormano. All’altezza della stazione Canzo-Asso una motocicletta guidata da un extracomunitario senza patente e assicurazione è uscita sparata da una via laterale e mi ha investito buttandomi a terra. Ho avuto fortuna, poteva finire molto peggio. Purtroppo quest’altro incidente mi fa ripartire da zero con la preparazione, ero rientrato da due gare dopo un infortunio al ginocchio e dovrò perdere diverso altro tempo. Per me la stagione è finita, se ne riparlerà nel 2018. Peccato anche perché avevo un challenge a Praga a cui ero stato invitato e a cui tenevo in particolare”.
Fontana arriva al triathlon dal ciclismo professionista, nel 2013 è stato campione del mondo in Ironman 70.3 nella categoria 18/24 vincendo in Lussemburgo, a maggio era tornato alle gare dopo l’infortunio, vincendo l’IronLake del Mugello e con un terzo posto ai Campionati italiani di Ironman medio a Lovere.
“Purtroppo sulle strade noi e i pedoni siamo la componente più debole – ha concluso lanciando un appello -. E’ vero che i ciclisti sono spesso indisciplinati ma serve comunque una maggiore sensibilità nei nostri confronti, perché se cado e mi faccio male da solo il danno è molto diverso da un investimento. Da ambo le parti capita di non rispettare il codice, ma se lo fa un automobilista o un motociclista crea molto più pericolo”.