Vincenzo Nibali ai microfoni della Gazzetta dello Sport ha analizzato la sua Liegi-Bastogne-Liegi chiusa all’ottavo posto. “Fuglsang aveva una gamba stratosferica. Quando ha accelerato, sia io sia Alaphilippe ci siamo seduti. Ho dovuto respirare un attimo. Nella seconda fase ho un po’ recuperato, però Jakob aveva già 25 secondi e non c’erano margini per ricucire. Non si poteva fare altro, se non magari fare un avvicinamento diverso apposta per la Liegi. Dopo la Sanremo, non avevo più fatto gare così lunghe. Ma c’è un Giro da affrontare al meglio, dunque si doveva fare così, passando per altura e Tour of the Alps“.
“Mi sono mancati proprio i 250 km di gara nelle gambe. Stavo bene, ma c’era chi andava meglio di me. La squadra è stata perfetta, tutti hanno lavorato bene. Davanti c’era Caruso, Mohoric si è dimostrato un pilota perfetto. Si sapeva che la chiave sarebbe stata prendere davanti la Roche aux Faucons, sia io sia Teuns abbiamo condotto una bella gara. Nel finale ho fatto un pensiero ad acciuffare il podio, ma era difficile. Le sensazioni sono state buone, qui c’era gente che verrà al Giro e ci siamo confrontati in una giornata dura, pioggia e freddo”.