Intervista al Corriere della Sera di Vincenzo Nibali
Il Corriere della Sera ha intervistato Vincenzo Nibali in occasione di un traguardo importante, quello dei 200 mila chilometri pedalati in gara da professionista. “Il più difficile? iIn una situazione non epica, al Giro di California 2012: avevo cemento nelle gambe. Se ci penso, sto ancora male. Il più bello? L’ultimo del primo Tour, nel 2008, sui Campi Elisi. Brividi. E l’ultimo chilometro della Sanremo 2018? Intenso, non bello: se mi prendevano avrei fatto comunque un gran numero. Mai sentito così mentalmente libero in carriera: uno stato di grazia in cui tutto è chiarissimo, dai sfogo alla fantasia, ti senti invincibile”.
“Ci saranno i Giochi? Non ne ho idea, la situazione Covid è indecifrabile. Lo spero con tutto il cuore”.
Intanto la federazione ha appena vietato gli abbracci dopo il traguardo. “Ho fatto 15 tamponi nell’ultimo mese e vivo in simbiosi con i miei compagni. È una decisione simbolica: non abbracciatevi perché chi vi guarda in tv non si può abbracciare. La rispetto come rispetto il vaccino: appena possibile lo farò”.
Nella testa di Nibali c’è il Giro: “Mi pare bello, equilibrato, con un finale importante. Lo Zoncolan dal versante di Sutrio manca alla mia collezione. Alla Tirreno-Adriatico. Non sarò in gara per allenarmi: è una grande corsa, va onorata”.