Donati: “Schwazer capro espiatorio”

La prestazione-monstre con cui Alex Schwazer si è conquistato nella 50 km di marcia di Roma il pass per Rio 2016 ha rinfocolato il dibattito tra ‘garantisti’ e ‘colpevolisti’. Scontata la squalifica, il marciatore di Vipiteno sembra deciso a vivere una seconda parte di carriera da protagonista dopo la squalifica per doping a seguito della positività riscontrata alla vigilia di Londra 2012, anche se parte dell’opinione pubblica è contraria alla seconda opportunità.
 
A prendere le difese dell’olimpionico 2008 è Sandro Donati, allenatore di Schwazer, ma soprattutto storico paladino della lotta al doping: “Questa storia ha un valore catartico, fa capire che il mondo dello sport ha bisogno ogni tanto di prendere qualche positivo al doping e utilizzarlo come puntaspilli, per dimostrare la propria irreprensibilità” ha detto Donati a ‘Radio Cusano Campus’” prima di affondare il colpo contro chi avrebbe voluto la squalifica a vita per Schwazer, come Marco Tamberi:
 
“Io so che c’è un’area di grigio molto estesa e molti di quelli che puntano il dito semplicemente sono stati fortunati a riuscire a mascherare certe pratiche. Sembrano fatti con lo stampino, dicono che sono per la squalifica a vita. Bisogna intervenire con dei ragionamenti. Dovrebbero rendersi conto che l’atleta non è l’unico personaggio sulla scena e che c’è l’omertà, il favoreggiamento di una serie di personaggi che gli stanno attorno. Allora dovrebbero essere squalificati a vita anche loro per essere coerenti. Questa spietatezza riferita ad un solo soggetto in scena, che poi viene massacrato, non va bene”.


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