Ultimo giorno di gare agli Europei di atletica a Berlino e ancora delusioni per i colori italiani, che si salvano solo grazie al bronzo conquistato in mattinata da Yassine Rachik nella maratona.
Salto con l’asta: Italia – Claudio Michel Stecchi
L’inizio è tutto per gli astisti, Stecchi si fa trovare pronto a 5.30 e 5.50, poi incappa nel primo errore a 5.65 con un salto che è solo abbozzato. Passare quest’asticella per l’atleta azzurro significherebbe stabilire il personal best. Il secondo salto è più significativo ma comunque non sufficiente, Claudio si gioca poi il tutto per tutto ma anche l’ultimo tentativo è buono ma non valido. Finisce qui l’avventura dell’azzurro che in questa finale era comunque uno dei meno accreditati e che conquista l’undicesimo posto. Una gara che regalerà una non quantificabile dose di emozioni con il giovane svedese Duplantis fenomenale nel volare fino a 6.05, annientando il suo personale di 5.93 e saltando ogni misura al primo tentativo. Il classe ’99 non può far altro se non mettersi la medaglia d’oro al collo, chapeau.
Podio: 1. Armand Duplantis (Swe) 6.05; 2. Timur Morgunov (Ana) 6; 3. Renaud Lavillenie (Fra) 5.95.
4×100 maschile – Italia: Cattaneo, Desalu, Manetti, Tortu
Il quartetto azzurro si presenta nella seconda semifinale in corsia 4, vietato scherzare. Non scherza infatti, anche se qualche sussulto di preoccupazione c’è fin quando Tortu taglia il traguardo in terza posizione con il tempo di 38.82. Fa più clamore, però, l’incredibile caduta in ultima frazione dell’atleta tedesco che una volta ricevuto il testimone perde l’equilibrio e crolla sulla pista dell’Olympiastadion. Davvero una beffa per i tedeschi, per fortuna però con qualche acciacco, il ragazzo si rialzerà uscendo fra gli applausi.
Giusto il tempo di tirare un sospiro di sollievo che arriva la mazzata: staffetta squalificata a causa del cambio irregolare tra Manetti e Desalu. Da non crederci, questo è davvero il finale più doloroso. Cosa aggiungere? Svanisce così la carta più accreditata per una medaglia in gara in queste ultime ore di Berlino 2018. Tanto rammarico, la squadra azzurra si cela dietro ad un silenzio che fa davvero male.
Podio: 1. Gran Bretagna 37.80; 2. Turchia 37.98; 3. Olanda 38.03
3000 siepi – Italia: Isabel Mattuzzi
Eccezion fatta per la staffetta femminile, è l’ultima donna in pista con la casacca azzurra. Ha un compito arduo, ovvero farsi valere in una gara difficile qual è quella dei 3000 siepi.
Isabel fatica fin da subito, solo inizialmente riesce a stare al passo col gruppone, ma il suo è un lento scivolare indietro fino all’ultima posizione che alla fine riuscirà ad ottenere con il crono di 9.43.90, lontano dal 9.34.02 ottenuto nelle qualificazioni e confezionato ad hoc per raggiungere questa finale e per inserirlo nella casellina del personal best.
Podio: 1. Gesa-Felicitas Krause (Ger) 9.19.80; 2. Fabienne Schlumpf (Sui) 9.22.29
4×100 femminile Italia – Herrera, Hooper, Siragusa, Alloh
In corsia due sono pronte a dare battaglia Herrera, Hooper, Siragusa ed Alloh. Buono lo sprint di tutte e quattro, non perfetti ma buoni i cambi, ottima Alloh negli ultimi 100 che non si lascia intimorire per qualche metro di distanza da chi la precede e porta così la squadra a prendersi un terzo posto in 43.74 che vale l’accesso alla finalissima. Bene così. Le otto che passano il turno sono dunque, oltre le azzurre, Germania, Svezia, Gran Bretagna, Olanda, Polonia e Spagna.
Alle ore 21.25 lo sparo che lancia i quartetti femminili, l’Italia è in settima corsia. Si lotta, davanti giganteggiano (oro alla Gran Bretagna con uno stratosferico 41.88), ma l’Italia fa il suo e alla fine stampa un 43.42 che vale il primato stagionale nonché la settima posizione.
Podio: 1. Gran Bretagna 41.88; 2. Olanda 42.15; 3. Germania 42.23.
Raggianti le ragazze in mixed zone: “Siamo soddisfatte, il nostro è un quartetto molto unito, sappiamo che lavorando sodo possiamo crescere e fare molto meglio, non dimentichiamoci anche di Anna Bongiorni e di Jessica Paoletta, infortunate in questo periodo ma di sicuro scatenate fuori dalla pista per sostenerci, abbiamo corso anche per loro”. Europeo soddisfacente anche per Irene Siragusa, che ha preso parte individualmente anche alla gara dei 200 metri: “Europeo intenso, questo era il mio sesto turno, in staffetta però mi trasformo, con questo gruppo riusciamo a tirar fuori la cattiveria giusta, davanti c’erano delle giganti, noi comunque possiamo crescere ancora molto”.
Prossimi obiettivi? “La stagione è agli sgoccioli – afferma Gloria Hooper – a settembre ci saranno gli italiani poi ci sarà modo di pianificare il lavoro per il prossimo anno”, “Dove andremo incontro ai mondiali” conclude Audrey Alloh.