Lo scrittore e personaggio televisivo Fabio Canino, conosciuto dal grande pubblico anche per essere tra i giurati di “Ballando con le Stelle”, ha pubblicato un libro che affronta il delicato tema dell’omosessualità nel calcio.
“Le parole che mancano al cuore” (editore SEM Libri) ripercorre la nascita del sentimento tra Matteo, giocatore di Serie A, e il giovane Thiago, campioncino proveniente dalle favelas, anch’egli approdato nel campionato italiano dopo essere passato anche per il Real Madrid.
Tra i due era nata subito un’amcizia particolare, fattasi sempre più forte.
Questo un estratto del libro: “Gli asciugamani erano appesi ordinatamente sopra a ciascun armadietto. Com’era strano, quel luogo, senza il solito chiasso…Da una parte gli sembrava una tana accogliente, lontana dal mondo, dall’altra un posto asettico, quasi la stanza di un ospedale. Matteo si sedette sulla panca di legno davanti al suo armadietto, si prese la testa fra le mani, e cercò di respirare. Poi, all’improvviso, un rumore di passi. Sollevò la testa e la bocca gli si aprì in un sorriso. Thiago era lì, sulla soglia, lo guardava.
Si fissarono per un tempo che Matteo non riuscì a calcolare, ma che fu come un tuffo dall’alto di una cascata. Alla fine, quando il suo corpo infranse l’acqua, i suoi occhi si erano fatti caldi, le lacrime gli si affacciavano dalle palpebre. «Ehi…» mormorò Thiago. E allora le lacrime scesero giù, lungo le sue guance. Matteo le sentì, fra i singhiozzi, radunarsi sotto al mento. Non piangeva così da quand’era bambino.
Thiago venne verso di lui. Si inginocchiò di fronte a lui, lo abbracciò. Matteo sentì che le braccia gli tremavano. Provò a stringerlo anche lui, ma era un abbraccio che sembrava la scossa di un terremoto, un’onda impossibile da fermare. «Ti amo» disse Matteo. Thiago ebbe un sussulto. «C-cosa?». «Ti amo, sì» ripeté Matteo.
Ora, dopo il tuffo dalla cascata, dopo il tragitto lungo le agitate acque del fiume, era giunto al mare, e dentro sentiva come una pace senza confini. Thiago lo fissava incredulo, muovendo le labbra, come se cercasse di parlare ma non ci riuscisse. «Ti amo» disse, e con un sorriso lo baciò. Matteo mormorò: «Scusa…». «Non ti preoccupare, okay?»
«Okay…». Poi restarono semplicemente abbracciati, finché nuovi rumori di passi annunciarono che i loro compagni di squadra stavano arrivando. Matteo corse a sciacquarsi la faccia. Si guardò nello specchio, con gli occhi rossi, i capelli scompigliati e l’aspetto sconvolto. Ma non si era mai sentito meglio di così”.