In merito a quanto emerso e pubblicato oggi sulla stampa, la Fisg ribadisce e rivendica le buone intenzioni e l’assoluta necessità delle scelte operate per il bene del movimento hockeistico italiano. L’IAHL – Inter Alps Hockey League –, il nuovo campionato al via dalla prossima stagione la cui denominazione qui indicata è al momento in attesa di approvazione, nasce infatti dall’esigenza di superare lo stallo in cui versa il torneo italiano di massima serie, afflitto dalle difficili vicissitudini finanziarie di alcune delle sue compagini e per questo minacciato dalla concreta eventualità di non raggiungere per il prossimo anno il numero minimo di squadre disposte a parteciparvi.
La scelta di creare un nuovo torneo transfrontaliero in accordo con la Federazione Austriaca (ÖEHV), la Federazione Slovena (HZS) e sotto l’egida della IIHF, non farà che innalzare il livello del gioco e garantire un maggior livello di competitività per i club italiani, chiamati a confrontarsi in un panorama ben più vasto e concorrenziale rispetto all’attuale campionato italiano. Un auspicio, questo, e una richiesta portate avanti proprio dagli stessi club italiani, e che la Fisg ha provato a soddisfare, in questo modo, nella miglior maniera possibile.
Nessun campionato di Serie B dunque, ma un campionato sovranazionale in grado di creare maggiori opportunità sportive per i nostri giovani atleti e di offrire migliori prospettive per la loro carriera sportiva, tenuto conto anche del fatto che ciascuna squadra non potrà utilizzare più di quattro giocatori stranieri. Crescita sportiva e valorizzazione del territorio: la Fisg si riserva infatti nel nuovo campionato la possibilità di utilizzare delle “wild card” per iscrivere alla IAHL squadre italiane che rappresentino aree geografiche strategiche per lo sviluppo e l’ampliamento dell’area di interesse dell’hockey su ghiaccio e la cui partecipazione potrà risultare strategica allo sviluppo del movimento italiano e all’innalzamento del livello tecnico del torneo stesso.
Il progetto appena varato, che ha come primo interesse e preoccupazione il bene dell’hockey italiano, guarda al domani e rappresenta il miglior compromesso per offrire nuove opportunità di sviluppo e crescita ad un movimento afflitto oggi da innegabili difficoltà, mostrando una strada inedita, certamente diversa da quella percorsa fino ad oggi, ma proprio per questo ancora più ambiziosa e più che mai fiduciosa per il futuro di questa disciplina.