La Torre e il Marcell Jacobs ritrovato

Le parole di La Torre

Il DT Antonio La Torre ha tracciato un bilancio al termine dei Mondiali: “Adesso la strada per Parigi è un po’ più chiara. Non ci siamo persi in nessuna delle tre manifestazioni, usciamo in piedi anche da Budapest”.

“Dopo la staffetta di Budapest usciamo con la certificazione che Jacobs difenderà il suo titolo olimpico dei 100 metri con i denti. È stata anche la squadra a far ritrovare l’ispirazione al talento mai perduto di Marcell e di Filippo Tortu, autentico promotore di questo gruppo che ha una compattezza d’acciaio. L’ultima frazione di Tortu ci ha detto che non era campato per aria il pensiero di vederlo in finale nei 200 metri, nella videoanalisi si nota che non perde da Lyles. Non può esserci una frazione lanciata di questo livello se non si è uno sprinter di altissimo livello mondiale sui 200 metri. Il suo è un rebus che dovremo risolvere”.

“In generale il metodo Di Mulo inizia a fare scuola: pensiamo ad esempio ai differenziali delle 4×100 tra somma dei primati stagionali e crono delle staffette, superiori ai tre secondi, che non sono figli del caso. Hanno cercato di portarcelo via, c’era stata un’offerta del Giappone, ma ha detto di no e sono questi i valori che rivendico del nostro lavoro. Ora gli ho lanciato una nuova sfida, un’altra Italia da 38 secondi per le World Relays delle Bahamas senza Jacobs e Tortu…”

“Con il presidente ho già iniziato a parlare di Los Angeles 2028 e persino di Brisbane 2032. È da queste situazioni favorevoli che si inizia a progettare il futuro, non c’era mai stato un bando pubblico per selezionare 100 tecnici. Possiamo guardare al futuro grazie ai giovani: Mattia Furlani qui ha imparato tantissimo, pensate a com’era andata l’anno scorso a Larissa Iapichino. Per il 2024 potrebbe esserci una doppia programmazione per Roma e Parigi, come quest’anno per Coppa Europa e Mondiali, e la squadra per gli Europei non sarà l’esatta fotocopia di quella per le Olimpiadi”.


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