Nella settimana del solstizio d’inverno due appuntamenti “caldi” sono in agenda per la opinionista sportiva italo-brasiliana Luciana Linck, che sabato scorso ha seguito in televisione la finale del Mondiale per club del “suo” Gremio e stasera assisterà al big-match della “sua” Juventus contro i giallorossi.
Noi di Sportal.it l’abbiamo incontrata in esclusiva per parlare di calcio e di sport in generale, con parallelismi tra l’Italia, che l’ha adottata da dieci anni, e il suo paese di origine, il Brasile appunto, con una parentesi anche sul Giappone, dove ha vissuto per oltre cinque anni.
Sei brasiliana tifosa del Gremio, come nasce questa passione?
Sono originaria del sud del Brasile, dello stato di Rio Grande. Fin da bambina ho sempre seguito la squadra del Gremio, andando anche allo stadio; ho una passione per lo sport e il calcio scorre nelle vene dei brasiliani quanto per voi italiani.
Sabato scorso il Gremio ha perso la finale del Mondiale per club per 0-1 contro il Real Madrid di Cristiano Ronaldo, autore della rete decisiva. Il tuo commento alla gara?
È stata sofferta, noi tutti speravamo di vincere, sapevamo che era un big-match e che Cristiano Ronaldo è un campionissimo, ma alla fine possiamo ritenerci soddisfatti di questa stagione, che ci ha visto conquistare poche settimane fa la Coppa Libertadores, massima competizione sudamericana di calcio per club, vincendo contro il Lanus sia l’andata in casa per 1-0, sia il ritorno 2-1 in trasferta.
Il primo “grazie” per questa stagione a chi va secondo te?
Sicuramente a Renato Gaucho, il nostro allenatore, artefice di un miracolo sportivo: ha saputo mettere in campo una squadra che ha dominato molte partite, trionfando in Sud America e sfiorando il tetto del mondo.
Ma lo sai che Renato è conosciuto anche in Italia?
Sì, so che ha giocato nella Roma, ma non fu una stagione esaltante; tornò poi subito in Brasile, dove aveva vinto prima. Con il Gremio vinse la Coppa Libertadores nel 1983.
Qui in Italia è ricordato per le notti brave e per essere stato un latin-lover. Anche in Brasile gode di questa fama?
È certamente un bell’uomo, affascinante non solo fisicamente, ma anche per il suo modo di fare, sempre gentile, e poi per la bravura come giocatore e, ora, in qualità di allenatore. Insomma, un uomo di successo che ha saputo rimettersi in gioco e vincere.
L’altra tua grande passione calcistica è la Juventus, come nasce questa simpatia?
Fu amore a prima vista, non per i trofei in bacheca e neanche per le vittorie, dato che quando arrivai in Italia erano gli anni in cui la Juventus, dopo lo scandalo di Calciopoli, stava ripartendo dalla Serie B; mi innamorai della storia, del fascino, dello stile Juve, di quell’amore di tanti tifosi sparsi in Italia, che non hanno mai smesso di seguirla, neppure nell’anno di purgatorio nella serie cadetta.
Come vedi la sfida di sabato sera contro i giallorossi?
Affronteremo la Roma, la migliore difesa del campionato, sarà dura per i nostri attaccanti, noi giochiamo, come è nella nostra tradizione, per vincere: puntiamo allo scudetto e alla Champions League. Qualora non dovessimo uscire con i 3 punti dallo Juventus Stadium sapremo riprenderci già dal prossimo match, come la natura di questa squadra e la storia di questo club glorioso confermano.
Oggi lavori in televisione come opinionista e hai moltissimi fan, come è il tuo rapporto con i social network? Ricevi più complimenti per la tua bravura o attestati di stima per il fisico?
Certamente essere in forma aiuta, ma molti seguono e apprezzano i miei post per quello che scrivo, per la sensibilità dei pensieri che esprimo, non mi tiro indietro quando c’è da criticare, così come quando c’è da pubblicare qualche post sulle criticità della vita. Sono nata in Brasile, ma i miei nonni erano italo-tedeschi, quindi la mia mentalità e, conseguentemente, la mia filosofia di vita è un mix tra Europa e Sud America.
In questi giorni si parla degli scandali sulle molestie subite da molte attrici agli inizi della loro carriera per entrare nel mondo dello spettacolo. Qual è stata la tua esperienza e qual è la tua opinione al riguardo?
Si dovrebbe dare maggiore importanza alla professionalità: non basta avere un bel viso e un corpo mozzafiato, bisogna avere competenza e valori umani per imporsi nel mondo dello spettacolo e nella vita in generale.
Tu, giovanissima, ti trasferisti per lavoro in Giappone, come fu quell’esperienza?
Sono una donna che si è fatta da sola. Dopo gli inizi in Brasile come opinionista e interprete, andai in Giappone. Lì fu dura all’inizio, specie con la lingua, pur essendo una traduttrice, ma dopo poco riuscii ad affermarmi professionalmente grazie alla mia intraprendenza, ma soprattutto per merito di una mentalità che premia i contenuti prima ancora della bellezza e dell’apparenza.
Subito dopo arrivasti in Italia?
Esattamente. Rientrai in Brasile, poi per motivi personali mi trasferii in Italia, un paese meraviglioso, molto simile al Brasile come clima e come calore delle persone. Del vostro paese adoro l’arte e il buon cibo. La mia famiglia è qui e dopo dieci anni mi sono ben integrata in quella che considero la mia casa.
Ami il cibo, hai qualche pietanza che ti piace mangiare particolarmente?
Devo essere sincera? Amo tutto il cibo italiano, sono un amante della cucina, della buona tavola, della compagnia e dello stare insieme mentre si mangia, una delle caratteristiche del popolo italiano, che davanti a un buon piatto e a un buon bicchiere di vino non si tira mai indietro, com’è giusto che sia.
Come fai a tenerti in forma?
Correndo, correndo, correndo, percorrendo almeno venti chilometri al giorno, quando il meteo non è ostile.
E nei giorni di pioggia?
Mi alleno in palestra, in particolare con il kangoo-jump. Senza sport non potrei vivere, mi piace praticarlo e vederlo. Vi saluto con uno dei miei motti “chi si ferma è perduto”.