Mondiali, dichiarazioni
Gli sprinter Azzurri hanno parlato dopo essersi brillantemente qualificati ai Mondiali di Budapest.
Roberto Rigali: “Dopo essere uscito dai blocchi con il miglior tempo di reazione della batteria, a metà curva ho perso un appoggio. Poi ho chiuso gli occhi, ho spinto al massimo e il cambio con Jacobs è uscito bene”. Marcell Jacobs: “Contento di come ho corso, man mano che gareggio trovo sempre più feeling. Oggi c’era un’energia completamente diversa: non è una gara individuale, è tutta l’Italia che corre insieme a noi e diamo il 200 per cento. Siamo a un Mondiale e riuscire ritrovare la forma proprio qui è quello che conta. Davvero felice di condividere tutto questo con loro e quando visto ho Filippo tagliare il traguardo, mi è venuta la pelle d’oca per l’emozione”. Lorenzo Patta: “Venivo da infortunio e oggi ero cupo, in pratica non ho parlato per tutto il giorno. Questo è il crono che rappresenta il nostro valore, non un tempo intorno a 38.30 come nella prima parte di stagione, e sono felice che sia arrivato al momento giusto”. Filippo Tortu: “Siamo fratelli, una famiglia. Quando entro in campo sapendo di correre anche per loro, riesco a fare qualcosa in più. Questo è quello che valevo, nei 200 non sono riuscito a tirarlo fuori. Era la prima volta che partivo a due appoggi e non tre. Negli ultimi 50 metri sentivo qualche acciacco, mi sono un po’ tenuto, ma quando ho visto che ero davanti ho quasi preferito gestire. Non mi ero accorto del sudafricano Simbine ma è un risultato che ci serve per arrivare più consapevoli domani”.
Zaynab Dosso: “C’è stata una falsa partenza, ma non mi ha disturbato più di tanto. Ognuna di noi voleva questo, spinta dalla sinergia del gruppo, e non potevamo andare piano dopo il crono degli uomini”. Dalia Kaddari: “Oggi è un altro giorno, dopo la gara di ieri nei 200 metri. La staffetta dà più energia, sono tanto felice”. Anna Bongiorni: “Alla vigilia avevamo accennato che sogniamo in grande, ora ci concentriamo per fare meglio domani. Non vediamo l’ora, vogliamo migliorare questo tempo e ad esempio, per quanto mi riguarda, se corro come nella finale europea dell’anno scorso a Monaco posso migliorare”. Alessia Pavese: “Devo rendermi conto di quello che ho fatto, ma questa è una pista che spinge da paura. Quando ho preso il testimone e ho visto che eravamo terze, non ho capito più niente e ho dato tutto. Sono carichissima, mi sento una molla”.