Le parole di Marcell Jacobs
Marcell Jacobs, l’uomo di queste Olimpiadi di Tokyo 2020, ha parlato alla Gazzetta dello Sport, dopo aver vestito anche i panni del portabandiera azzurro nella cerimonia di chiusura.
“Sono distrutto: in queste tre settimane ho dormito poco e male. Prima per il fuso, poi per tutto quello che è successo. Torno al giorno della batteria dei 100. Come sempre alla vigilia di una gara serale, la notte prima ho volutamente tirato lungo. Solo che alle 5.15 ero sveglio come un grillo. Se ho la percezione di quanto il mondo intorno a me cambierà? Forse non del tutto. Intanto certe cose mi hanno proprio fatto piacere, perché riguardano le mie passioni. Il seguito, per esempio, di cantanti rap come Sfera Ebbasta e Capo Plaza o l’invito del pugile Daniele Scardina a un match di ottobre. Speravo in Usain Bolt: nell’albo d’oro dei 100, dopo il suo nome, compare il mio. Direttamente, però, non si è fatto sentire”.
“I sospetti stranieri di questi giorni non mi toccano in alcun modo: vado avanti per la mia strada. Nicole dice che sono perfido per come mi faccio scivolare tutto via: dev’essere quell’1% di statunitense che c’è in me”, ha concluso.