L’ex azzurro della vela si sofferma sulla bella avventura di Luna Rossa.
Il palmares di Paolo Semeraro parla chiaro. Due partecipazioni alle Olimpiadi (Los Angeles e Seoul), il bronzo nei Giochi del Mediterraneo di Casablanca dell’83, una serie di titoli italiani in bacheca. Nel 1986 randista su “Italia“ durante la Coppa America di Perth (Australia) e nello stesso anno viene eletto velista dell’anno.
A lui la Gazzetta del Mezzogiorno ha chiesto di dare un giudizio sull’avventura di Luna Rossa. “E’ un evento storicamente unico – ha detto -. Ma non parlerei di miracolo, alla c’è tanto lavoro e preparazione. E’ un grande risultato aver vinto tanti round in finale. Mai nessuna imbarcazione italiana ci era riuscita in precedenza. E soprattutto è eccezionale il fatto di aver fatto fuori gli americani del circolo di New York Yacht Club e la barca britannica nella finale della “Prada”. Tutti con budget stellari e tecnologia più importante“
“C’è, in genere, la tendenza a rinforzare l’equipaggio – ha aggiunto -. Che, ricordiamolo, è espressione di un circolo, di un club. Fra gli italiani, un velista con le caratteristiche del nostro timoniere Spithill non esiste. Un equipaggio tutto italiano sarebbe bello, ma sarà possibile solo se la vela crescerà“.