Pietro Mennea, un museo a Roma a 10 anni dalla morte

Pietro Mennea, il museo

Lo sparo dello starter alle 10.01 in punto, la pistola di Mario Biagini che si solleva verso il cielo, i blocchi appoggiati sulla corsia, che sì, adesso è vuota, ma sembra di vederlo lì, Pietro, e quanto son lunghi dieci anni senza Mennea. Scolpito nel marmo, impresso nel cuore di tutti, il mito dello sport italiano è stato celebrato stamattina a Roma, nello stadio dei Marmi che si onora del suo nome e che dalla primavera del 2024 accoglierà il museo dedicato alle imprese della Freccia del Sud.

È l’annuncio arrivato oggi nel corso della cerimonia “Pietro Mennea, l’Uomo e il Campione” a dieci anni esatti dalla scomparsa del campione olimpico di Mosca. “Non dovrà essere celebrativo ma formativo”, le parole della moglie di Pietro, Manuela Olivieri Mennea, che mostra già i primi cimeli da custodire nel museo, due delle medaglie d’oro più preziose, quella degli Europei di Roma 1974 e quella delle Olimpiadi del 1980, il culmine della sua carriera. “Era un sogno di Pietro, aveva scritto personalmente il progetto. Poi è andata così, lui purtroppo non c’è più, ma io mi sono sentita in dovere di portare avanti questa sua volontà. Sport e Salute ha proposto questo stadio per il museo: sarà rivolto ai giovani, per renderli valorosi come Pietro”.

Quanti amici, ai Marmi, per Mennea. Quanto affetto. Nella cerimonia presentata dal vicedirettore di RaiSport Marco Franzelli un fiume di storie, di racconti, testimonianze, immagini storiche dei suoi successi e documenti inediti. Commosso il presidente della FIDAL Stefano Mei: “Non riesco a pensare all’atletica senza Pietro.


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