Tanto tuonò, che diluviò. A poco più di 3 settimane dal via dei giochi di Rio, è caduta la prevista mannaia sullo sport russo. La Wada, agenzia mondiale antidoping, ha infatti chiesto” l’esclusione della Russia da tutti gli avvenimenti sportivi internazionali, comprese dunque le Olimpiadi di Rio de Janeiro al via il prossimo 5 agosto, fin quando il Paese non avra’ effettuato ‘un cambio culturale’”.
Così si è espresso Ben Nichols, portavoce della Wada, citando il “dossier McLaren”, dal nome del professore di diritto canadese cui la Wada ha commissionato un’inchiesta e secondo il quale “esistono prove verificabili e al di là di qualsiasi ragionevole dubbio” sulla colpevolezza della Russia.
Nella sostanza l’accusa è quella di doping di stato: “In Russia c’è stato l’abuso di potere più deliberato e sconvolgente mai visto nella storia dello sport. Il ricorso al doping in 30 sport significa che non puo’ più esistere la presunzione di innocenza”.
Sulla stessa linea si era espresso poco prima il presidente del Cio Thomas Bach. Il massimo organismo dello sport mondiale ha preannunciato una conferenza stampa telefonica nella quale verranno spiegate le procedure attuate contro il Ministero dello Sport russo.