Alex Schwazer non si arrende. Nonostante la seconda, controversa, ma pur sempre clamorosa, positività al doping (confermata dalle controanalisi), proprio poche settimane prima di gareggiare a Rio cui si era brillantemente qualificato sul campo, spalanchi lo spettro della radiazione, il marciatore di Vipiteno promette battaglia e anzi torna a sperare nella possibilità di gareggiare all’Olimpiade.
Il suo pool di legali è già al lavoro per quello che si preannuncia come un lungo braccio di ferro giuridico, sorretto dalla ferma convinzione di innocenza da parte dell’atleta:
“Questa volta non ho fatto nessun errore. Se non mi faranno gareggiare a Rio, posso solo garantire che darò il 100% per chiarire che cosa è accaduto con questa provetta” ha dichiarato Schwazer parlando a un cronista altoatesino durante una pausa dall’allenamento vicino casa. L’olimpionico di Pechino non ha infatti smesso di allenarsi: “Continuo perché lo devo a me e al mio gruppo di lavoro ho investito tanto per questo mio ritiro”.
Schwazer si è poi riferito con amarezza agli attacchi subiti dopo il pass olimpico ottenuto ai Mondiali a squadre svoltisi a maggio a Roma, prima dello scoppio del nuovo caso: “Ho respirato molta ostilità nei miei confronti prima di Roma, per non farmi gareggiare, molti avrebbero preferito che mi fossi solo piazzato…”.
A stretto giro è però arrivata la comunicazione del Tna della NADO Italia che ha affidato le competenze del caso al Tas, cui Gerhard Brandstaetter, l’avvocato di Schwazer, ha annunciato ricorso: “A questo punto non ci resta che ricorrere al Tas di Losanna per ottenere almeno l’annullamento della sospensione cautelare irrogata dalla Federazione internazionale di atletica leggera”.
La speranza di Schwazer è che un’eventuale decisione da parte del Tas possa permettere all’atleta di gareggiare sub-judice a Rio. Mercoledì alle 16,30 conferenza stampa a Vipiteno alla presenza di Schwazer, dell’allenatore Sandro Donati e dello stesso avvocato Brandstaetter.