Non sono mancate le sorprese nell’ultima giornata di regular season del Super Rugby, giocata tra venerdì 14 e sabato 15 giugno: con i Crusaders a riposo e già sicuri della prima posizione assoluta nella classifica generale, quasi tutte le altre si giocavano la qualificazione ai playoff, o perlomeno una posizione nel ranking più alta.
La seconda testa di serie assoluta è brillantemente ottenuta dai Jaguares argentini, che travolgono 52-10 i derelitti Sunwolves (otto mete complessive, due per Sebastian Cancelliere) e vincono la conference sudafricana, respingendo nella classifica generale l’assalto dei Brumbies, che battono i Reds 40-27 e saranno l’unica squadra a rappresentare l’Australia nella postseason.
Quarta testa di serie, invece, per gli Hurricanes, che battono in rimonta i Blues (29-24, la seconda meta individuale di Peter Umaga-Jensen al 64′ vale il sorpasso definitivo) e terminano con ben 53 punti, ma per il particolare regolamento del torneo sono costretti a stare dietro le vincitrici delle altre conference e rischiano di trovare i temibili Crusaders già in semifinale.
Ad affrontare gli Hurricanes nei quarti saranno i Bulls sudafricani, che partono male contro i Lions (meta di Hacjivah Dayimani dopo neanche un minuto di gioco), ma si riprendono presto e vincono 48-27, sfruttando al meglio la forma di Hanro Liebenberg (due mete) e Handre Pollard (18 punti complessivi). Il risultato segna inoltre l’eliminazione a sorpresa proprio dei Lions, sempre in finale nelle ultime tre stagioni, benché sconfitti in tutti e tre i casi.
Qualificazione al cardiopalmo, invece, per gli Sharks, che ottengono la sesta testa di serie battendo a tempo scaduto gli Stormers (12-9) grazie a una meta di Lukhanyo Am, e per i Chiefs, che riscattano una brutta prima parte di stagione battendo 59-8 i Rebels in trasferta (doppietta per Shaun Stevenson), terminando così al settimo posto complessivo. Nei quarti i sudafricani giocheranno contro i Brumbies, mentre i neozelandesi affronteranno la lunga trasferta argentina per giocare contro i Jaguares.
A pari punti coi Chiefs, e ultimi a qualificarsi ai playoff, ci sono gli Highlanders, che sconfiggono per 49-12 gli Waratahs chiudendo la pratica già nel primo tempo (42-7 il punteggio all’intervallo). La squadra della regione di Otago, però, non va oltre l’ottava testa di serie per aver ottenuto una vittoria in meno rispetto ai campioni 2012 e 2013 (sei, contro le sette dei Chiefs): ciò significa che gli avversari del primo turno saranno i Crusaders, uno scoglio quasi impossibile da superare.
Detto della delusione di Lions e Stormers (eliminati per un solo punto), restano fuori dai playoff ben quattro squadre della divisione australiana sulle cinque iscritte al torneo, con i Rebels undicesimi, gli Waratahs dodicesimi, i Reds penultimi e i Sunwolves giapponesi ultimi, con addirittura 16 punti di distacco rispetto al penultimo posto, due sole partite vinte e una differenza punti di -290.
Per quanto riguarda le neozelandesi, invece, soltanto i Blues restano fuori dalla fase finale: la squadra di Auckland, campione nelle prime due edizioni del torneo (1996 e 1997) e nel 2003, quando ancora si parlava di Super 12, conferma il proprio status di nobile decaduta, classificandosi complessivamente al tredicesimo posto e mancando la postseason per la settima stagione consecutiva.
Classifiche Finali
Australian Conference: Brumbies* 48, Rebels 34, Waratahs 30, Reds 28, Sunwolves 12.
New Zealand Conference: Crusaders* 58, Hurricanes* 53, Chiefs* 36 (7 vittorie), Highlanders* 36 (6 vittorie), Blues 30.
South African Conference: Jaguares* 51, Bulls* 41, Sharks* 37, Lions 35 (8 vittorie), Stormers 35 (7 vittorie).
Note: con l’asterisco (*) sono contrassegnate le squadre qualificate ai playoff
Quarti di finale – 21 e 22 giugno
Crusaders (1) vs Highlanders (8)
Hurricanes (4) vs Bulls (5)
Jaguares (2) vs Chiefs (7)
Brumbies (3) vs Sharks (6)