L’amaro sfogo dell’argento a Tokyo 2020: “Ho vinto quanto la Pellegrini, eppure…”
E’ un’estate turbolenta per la scherma italiana dopo le Olimpiadi di Tokyo, non all’altezza di quelle passate. Uno degli uomini di punta del movimento, il fiorettista Daniele Garozzo, in un’intervista al Corriere della Sera parla della lettera di sfiducia spedita contro il ct Cipressa: “Mi fa male parlare di quella lettera, era una bozza che non doveva uscire, noi atleti abbiamo fatto una bruttissima figura. Il c.t. ha la sua parte di colpe, ma è chiaro che è finito un percorso, lo sport va a cicli: chiediamo nuovi stimoli per continuare fino a Parigi 2024“.
Sul futuro, Garozzo ha le idee chiare: “Ho sentito mille nomi ma qui serve una persona d’esperienza, che abbia già vinto. Cerioni? È il candidato ideale, io ci spero. Però è necessario che la Federazione abbia la volontà di investire su di lui. Altri nomi non li immagino. Aldo Montano per me è un mito ma per diventare c.t. servono tappe intermedie, perlomeno la gestione dell’Under 20“.
Garozzo, oro a Rio e argento a Tokyo, si sfoga e non vuole sentire parlare di fallimento: “Io sono troppo autocritico, un pessimo comunicatore di me stesso, ma spiace per come l’argento è stato raccontato. Ai Giochi ho vinto un oro e un argento, come Federica Pellegrini. Eppure chi è più considerato? Cosa devo fare di più per diventare un’icona dello sport italiano? È una cosa frustrante… A questo punto capisco gli atleti che partecipano ai reality: è l’unico modo per avere soddisfazioni personali”.
“Una volta uno sponsor mi disse: sei troppo per bene, troppo educato. Così diventa difficile trovare motivazioni per andare avanti, lo faccio davvero solo per me stesso. A marzo mi laureo in medicina, esercitando guadagnerei di più. Potrei anche decidere di smettere oggi”, ha concluso Garozzo.