Grandi elogi per Bebe Vio
L’Italia della scherma chiude le Paralimpiadi di Tokyo 2020 con una medaglia d’oro, grazie alla memorabile impresa di Bebe Vio nel fioretto femminile categoria B, e una d’argento, conquistata dalla squadra delle fiorettiste composta da Bebe, Loredana Trigilia e Andreea Mogos. Migliorato il bottino azzurro di Rio 2016, dove fu oro individuale per Vio e bronzo per il team del fioretto femminile, ma nei cinque giorni di assalti sulle pedane giapponesi sono arrivate tante altre eccellenti indicazioni anche da gare in cui le medaglie sono state soltanto sfiorate.
“Bebe è stata fantastica. Ha affrontato i seri problemi fisici avuti prima di queste Paralimpiadi con il coraggio e la determinazione che la rendono una persona speciale oltre che una fuoriclasse in pedana, e noi come Federazione siamo orgogliosi e felici d’averla supportata e accompagnata in questo percorso che solo a chi non conosce davvero Bebe sembrava impossibile. Certo, è stata dura e se questa strada è stata percorsa sino al traguardo devo ringraziare lei, la sua famiglia e tutto il team federale che ha lavorato duramente, con un grande spirito di squadra: dai tre commissari tecnici agli sparring, passando per l’équipe medica e tutte le professionalità della FIS che sono state impegnate in questi mesi al fianco della Nazionale Paralimpica, perché ognuno ha fatto la propria parte in modo encomiabile, moltiplicando gli sforzi in vista di questo appuntamento”, ha detto il presidente della Federazione Italiana Scherma, Paolo Azzi, al termine del programma della scherma a Tokyo 2020
“L’attività paralimpica, per la Federazione Italiana Scherma, è ormai da anni parte integrante del nostro mondo, al pari di quella olimpica, ed è per questo che mi piace sottolineare come le gare di Tokyo, oltre a due splendide medaglie, ci abbiano regalato anche tante altre emozioni forti, in tutte le armi. Certo, rimane un pizzico di rammarico per il podio solo sfiorato in diverse occasioni: lo abbiamo sognato con Matteo Betti, che ha chiuso al quarto posto andando a un passo dal bronzo che avrebbe meritato, e poi con Emanuele Lambertini e Rossana Pasquino, rimasti sulla soglia dalle semifinali per una sola stoccata. Si sono fatti onore anche Edoardo Giordan e Marco Cima, dimostrando che la forza della scherma paralimpica azzurra è il gruppo – ha concluso il presidente Azzi -. Sì, abbiamo grandi individualità tecniche e umane che fanno squadra, creando alle loro spalle un movimento sempre più promettente, con tanti giovani, alcuni dei quali sono stati fondamentali nella fase di preparazione alle Paralimpiadi, decisi a emulare i propri compagni più affermati. Un plauso a tutti loro, che sono una leva per invogliare sempre più ragazzi a cimentarsi nella scherma paralimpica. Ripartiamo così, nella marcia verso Parigi 2024”.