La campionessa olimpica ha raccontato il mondo della sua scherma svelando anche i campioni che l’hanno ispirata.
Dorina Vaccaroni. Ma anche Pietro Mennea, Sara Simeoni, Alberto Tomba e Debora Compagnoni. Questi gli idoli dell’infanzia di Valentina Vezzali, ex schermitrice italiana e pluridecorata campionessa olimpica con ben sei ori conquistati nelle kermesse a cinque cerchi. In una lunga intervista rilasciata in occasione dei 125 di vita de La Gazzetta dello Sport, l’attuale Sottosegretaria allo Sport ha parlato degli inizi delle sua passione, con delle curiose affermazioni riguardanti le sue avversarie.
“L’amore per la scherma è sbocciato a sei anni. Avrei dovuto fare nuoto. Solo per caso mi ritrovai a cominciare con il fioretto: c’era mia sorella in pedana, anche se si divideva con la piscina. Di nascosto. I miei idoli? Mennea e la Simeoni, Tomba e la Compagnoni erano i miei extraterrestri. E Dorina Vaccaroni, vedevo in lei tutto, bella, brava, vincente”.
“Da ragazzina giocavo. Mi veniva facile vincere gli incontri, questo sì. E volevo vincerli 5-0, non 5-1. Prima di tutto c’è il mio maestro, Triccoli, e quello che ha costruito a Jesi. Volevo fare lezione solo con lui, se mi affidavano a un altro mi nascondevo nel bagno. Ci diceva: la pedana è come una stanza chiusa, dove però c’è una piccola finestra, uno spazio. Finché c’è quello spazio non sei battuta”.
“L’avversaria è la persona che ti permette di essere te stessa. Trillini, Granbassi, Bianchedi, Di Francisca, ringrazio tutte le mie rivali. Senza di loro non sarei stata nulla. È fondamentale ricordare che quando hai paura l’avversario può avercela più di te”, ha dichiarato Vezzali.