Nella storia dello sci ha lasciato una traccia profonda, non solo per le vittorie. L’apporto dato al re degli sport invernali da Jean Vuarnet non è stato molto diverso da quello dato all’atletica da Dick Fosbury, l’inventore della tecnica dorsale che rivoluzionò il salto in alto.
A Vuarnet, scomparso a 83 anni a Vallances, in Alta Savoia, a causa di un ictus, va infatti riconosciuto il merito di aver perfezionato la posizione di massima raccolta nella discesa, detta “a uovo” a causa della tecnica che prevedeva di avanzare le gambe e piegare il busto, poi utilizzata anche nel ciclismo.
Nato a Tunisi, ma cresciuto a Morzine, Vuarnet fu campione olimpico di discesa libera ai Giochi del 1960 e anche ct della nazionale italiana tra il 1968 e il 1972, prima di diventare un imprenditore di successo fondando una nota marca di occhiali e di abbigliamento con il proprio nome.
La sua vita fu condizionata da tre lutti, il suicidio della moglie Edith Bonlieu e di uno dei figli della coppia (entrambi facenti parte della setta del Tempio Solare) e la morte mai chiarita del fratello François.