“Ho riportato un italiano in finale, non posso essere triste”, ha dichiarato l’azzurro.
Arrivato a giocarsi la finale A dello short track maschile sulla distanza dei 500 metri per un solo millesimo sul russo Sitnikov, Pietro Sighel ha dovuto fare i conti col ghiaccio – e con la posizione esterna – nall’atto conclusivo che avrebbe potuto regalare un’altra medaglia ai colori azzurri. Nella finale assieme a Liu Shaoang (Ungheria), Azhgaliyev (Kazakhstan), Ivliev (Russia) e Dubois (Canada), l’azzurro è caduto alla penultima curva, alla fine di una gara sempre in rincorsa. Le parole rilasciate ai microfoni di Rai Sport dopo la gara sono state però improntate ad un grande orgoglio e voglia di battagliare già dalla prossima gara (la staffetta).
“Ho dovuto fare così, attaccare fin dall’inizio, poi ho perso il passo in uscita di curva. Sono tornato su, ma il ghiaccio mi ha tradito. Ho riportato un italiano in finale, non posso essere triste. Ho fatto belle cose, si ripartirà da qui”, ha esordito.
“Ho la consapevolezza di essere tra i primi cinque di un’Olimpiade, posso ancora migliorare. Per il futuro va bene, ho 22 anni, ho davanti una carriera, ma essere arrivati in finale è già un traguardo. Ora anche nella staffetta sarà una bella battaglia”, ha concluso il figlio di Roberto Sighel, che può vantare cinque Olimpiadi e cinque medaglie mondiali compreso l’oro a Calgary 1992.