Sofia Goggia ha ripercorso le tappe della sua stagione: “Se ripenso alle Olimpiadi mi chiedo come è possibile che io sia riuscita a farlo in quelle condizioni”.
Sofia Goggia ha ripercorso la sua stagione ai microfoni di RTL 102.5 soffermandosi in particolar modo sull’argento conquistato alle Olimpiadi di Pechino in condizioni precarie: “Se ripenso alle Olimpiadi mi chiedo come è possibile che io sia riuscita a farlo e a buttarmi giù nelle mie condizioni che erano precarie, sono molto contenta”.
“Ho avuto paura? La velocità media che abbiamo nelle discese libere si aggira attorno ai 100 km orari, quindi abbiamo dei picchi molto più alti. Ho avuto paura, soprattutto nell’ultimo periodo dopo l’infortunio“.
“Affrontare una disciplina del genere non essendo pronti fisicamente non è sempre facile, però solitamente quando sto bene non ci penso. Credo che un po’ di paura sana occorra averla, ti fa tenere su le antenne e ti tiene a un livello di attenzione molto alto. Quella patologica no, non va bene”, ha continuato la bergamasca.
Sulle Olimpiadi a Milano-Cortina: “Quattro anni sono lunghi ma allo stesso tempo sono anche brevi. Chiaramente gli atleti del mio calibro devono pensare in ottica del quadriennio, ci sono scelte che vanno fatte sui quattro anni, sappiamo benissimo che bisogna cercare ogni giorno di essere migliori rispetto a ciò che eravamo ieri”.
Le condizioni del ginocchio sono buone: “Sta bene, sto recuperando finalmente. È un periodo di riposo dove posso lasciarlo un po’ tranquillo, l’ho dovuto caricare per fare le Olimpiadi e non gli ho dato il tempo biologico necessario per recuperare e l’ho posticipato a questo periodo. Poter stare a casa e poter fare una vita normale è quello che serve a me e quello che serve a lui”.