Un piano di lavoro molto preciso per mettersi alle spalle il brutto infortunio.
Sofia Goggia ha spiegato con dovizia di particolari il percorso a cui si sta sottoponendo per dimenticare quanto prima il drammatico infortunio alla gamba e tornare a incantare il mondo sulle piste di sci. La campionessa bergamasca ha incontrato la stampa giovedì, parlando del suo scoramento nelle settimane successive alla frattura e della forza d’animo che invece è riuscita a trovare dentro di sé da allora.
“I primi 20 giorni sono stata malissimo – ha confessato Sofia Goggia -. Emotivamente non parliamone, però anche proprio a livello di dolore fisico. Pensare che comunque io in pista stavo ancora strisciando, non mi ero ancora fermata dalla caduta, ma sapevo esattamente che la mia tibia si era rotta proprio in quella maniera. Sapevo che non avevo più un piede, però sono riuscita ad arrivare a Milano senza alcun antidolorifico. Anzi, mi son tolta lo scarpone quasi da sola”.
Da quel momento, per Sofia Goggia, è iniziato un vero calvario: “I 20 giorni successivi all’intervento sono stati devastanti non ho dormito per notti, non riuscivo a stare in piedi, non riuscivo a star seduta è stata una sofferenza”.
La campionessa bergamasca, però, non si è data per vinta. “Detto ciò, ho subito iniziato con la fisioterapia sin dal primo giorno dopo l’intervento. Sono seguita a casa da due fisioterapisti: una mi lavora di più sulla parte fasciale, con l’altro faccio un lavoro fisico per tenermi comunque in forma e non spegnere il mio sistema muscolare, nervoso e fisico. Infatti la mia caviglia, nonostante il taglio, è comunque molto bella per i giorni che sono trascorsi dall’intervento. Anche i dottori al controllo erano parecchio contenti”, ha chiarito Sofia Goggia.