Per Kobe Bryant futuro europeo con un debole per l’Italia, legato a un’operazione commerciale-sportiva “vesto Armani”? Lasciamo che le chimere dormano nel loro nido. Dopo la calorosa accoglienza nella sua Filadelfia dove ha ricevuto i complimenti di “Doctor J” e rivisto il coach che l’ha forgiato alla Merion High School nella prima tappa del tour d’addio, Black Mamba ha parlato con chiarezza del suo futuro. Si tratta di un ritiro da campo, ma non dal basket e pensa a un futuro con i Lakers che per 20 anni sono stati la sua casa.
“Sono cresciuto nella famiglia Buss, insieme a Jeanie e Jimmy (i due figli del patriarca che stanno portando avanti l’eredità gestendo il club più famoso al mondo, nda), mi conoscono da quando ero un ragazzino. Sarebbe un onore aiutarli in questa fase di passaggio che attende il club per cercare di tornare ai vertici”, ha dichiarato il grande campione a cavallo di due millenni.
Potrebbe prendere il posto del general manager Muke Kupchak o diventare il direttore delle operazioni o presidente come Doc Rivers (Clippers). Nella delicata transizione i Lakers punterebbero su un blocco monolitico di grandi ex, e cioè Kobe quale anello di congiunzione fra la famiglia Buss e lo staff e la squadra, Byron Scott confermato come allenatore e Metta World Peace come primo assistente. Inoltre, sulle orme di Jordan il suo sponsor è interessato a non perdere il brand Black Mamba e potrebbe fare il commentatore e conferenziere con cifre superiori a quelle che guadagnerebbe in Europa, col rischio di perdere inoltre la popolarità che il carosello d’addio gli assicurerà facendo dimenticare il calo di rendimento in campo che si sta evidenziando inesorabilmente.
A cura di Enrico Campana