I Warriors aumentano il vantaggio sugli Spurs, ma la vittoria n.43 contro Philadelphia, l’ultima della classe, è finita con un canestro-thrilling di Harrison Barnes nell’ultima azione. Una di quelle triangolazioni a memoria che permettono di capire perché Draymond Green, sia più bravo nell’assist di Stephen Curry indiscusso re dei giocolieri. Capita dunque che per il divertimento di un pubblico di 20mila spettatori che da tempo non si vedeva al Wells Fargo Center, i Warriors scherzino come il gatto col topo rischiando grosso. Sciupato un vantaggio schiacciante, 57 rimbalzi e 37 assist contro 40 e 23, e perdendo 23 palle, di cui 7 Curry e Green e 5 Thompson altrettanti cicaloni. Ecco perché i 76ers riescono ad accorciare di colpo lo spago che gli regalano i campioni smentendo le statistiche per le quali i Warriors con 15 punti di vantaggio non perdono mai. Col parziale di 15-2 sognano l’impresa. Ma dopo due alle perse e canestro subito, Curry in palleggio serve Green in lunetta che invece di sfruttare il buco davanti decide di passa nell’angolo destro ad Harrison Barnes per la tripla vincente a 2″.
La partita passa alla storia anche per due azioni che hanno protagonista l’incredibile Steph Curry: un air-ball più unico che raro alla fine del primo quarto (He his human…) e una stoppata di sinistro su Sampson in volo per la schiacciata da Nembo Kid.
Settimana magra, l’ultima di gennaio, per gli Spurs (39/8) orfani di Tim Duncan che hanno incassato due sconfitte toste nel doppio big-match in trasferta a Oakland e Cleveland: preso un trentello dai Warriors hanno limitato i danni coi Cavs, ma il match era già chiuso all’intervallo (17 punti di scarto, 20 agli inizi della ripresa) e così la serie si è finita con un successo per parte.
Chiusa la pagina poco edificabile del licenziamento di David Blatt c’è già un segnale di ripresa con la nuova gestione di Tyronn Lue l’ex vice di Doc Rivers al quale non mancano la faccia tosta e la fortuna venendo scelto dalla NBA per dirigere la selezione dell’Est all’All Star Game con una sola partita da head coach (e per di più persa). Ingaggiato un assistente esperto per la difesa, il paisà Frank Langabarda, con quattro vittorie nelle gare successive ha ridato slancio alle ambizioni dei Cavs, mentre ci vuole ancora un po’ di tempo per capire se questo “rimbalzo” fisiologico-emotivo sia tipico del cambio di allenatore o di alcune scelte, in particolare la posizione sul campo di Kevin Love he all’inizio della settimana era dato fra i rumors di mercato fra i possibili partenti (destinazione Los Angeles) o semplicemente la rimessa in moto del Tridente LeBron-Love-Irving nelle ultime due gare (75 punti a Detroit 71 ieri notte con gli Spurs) sia un fatto naturale dovuto al tempo necessario per Irving e Love di rimettersi in sesto. Bisogna fare un passo indietro: senza nulla togliere al merito dei Warriors, il trio aveva preso a funzionare benissimo già con Blatt, ma successe che all’inizio dei playoff prima Love (spalla) e poi Irving (ginocchio) andarono sotto i ferri e ci sono voluti mesi per il recupero.
Un partitone di Harden (40 punti, 6 triple 10 liberi su 10, 10 assist, 7 rimbalzi non ha celato contro Washington che ha vinto al Toyota Center cin 8 giocatori in doppia cifra, i problemi che Houston si porta dietro da 3 stagioni. A parte l’istrione Harden che però giustifica il rezzo del biglietto, Houston è troppo dipendente dallo strapagato Dwight Howard che dopo aver deluso ai Lakers sta facendo la stessa cosa coi Rockets, spesso infortunato. Oltre al suo gigante presuntuoso, collezionista di armi e un po’ fanatico, non si contano gli errori: quelli di mercato, come la cessione di Lowry e Dragic, gli acquisti del greco Papapolukas, del turco Asik di Jerey Lin e quest’anno di Lawson, e il licenziamento di coach Kevin Hale senza il quale non sembra proprio che la squadra abbia migliorato il gioco e i risultati.
Dopo aver fatto il colpo a Washington, Denver non è riuscito a ripetersi per un soffio a Indiana. E perdere al supplementare fa ancora più rabbia. Gary Harris, in buona serata, ha fallito il tiro da 3 del successo, Monta Elllis sua sirena ostacolato da Gallinari è andato lungo ma, come sostiene giustamente il suo allenatore Frank Vogel, è un diavolo di giocatore e sa sempre il modo per fare canestro e con l’ennesima entrata in acrobazia ha firmato il successo. Sistemato il problema al ginocchio due settimane fa, ha ripreso ritmo, sicurezza inventiva (assist al bacio e da cineteca per una tripla di George, passaggio da una parte all’altro della lunetta fatto passare fra le gambe di due avversari e schiacciato a terra..) e dopo aver deciso contro gli Hawks ecco con 32 punti il suo rimato stagionale.
I Pelicans (18/28) hanno battuto di misura in casa i Nets (per Bargnani breve apparizione senza prendersi un tiro) e sono entrati in zona playoff all’Ovest superando Denver (18/30, 12° posto, la punta stagionale più bassa nel ranking), con la quarta sconfitta consecutiva bloccati invece i Kings (20/27) al 10° posto con 1 vittoria in meno e due sconfitte in più di Utah (21/23).
Belinelli non è stato mandato in campo a Memphis: che sia sull’orlo di una crisi d’identità, come si paventava nei giorni scorsi col suo calo progressivo nelle percentuali di tiro? Ci sta che non sia al meglio fisicamente o sia chiuso nel suo ruolo da Collison e McElmore i quali effettivamente hanno qualcosa in più: esperienza, tecnica e punch il primo, atletismo e freschezza il secondo.
SKY SPORT TV – Dopo la differita domenicale di 76ers-Warriors Golden State alle 10 e 16.45 S 2HD sempre oggi, in prime time (ore 21.30) diretta di Clippers-Bulls su Sky Sport 2 HD (differita lunedì 1 febbraio 14 e 23.30 2HD e alle 18 3HD, commento Tranquillo-Pessina), la programmazione prevede in settimana queste altre 3 gare: diretta Rockets-Heat ore 2 mercoledì 3 febbraio SS 2HD (differita ore 14 e 22.30 2HD); diretta Wizard-Warriors ore 2 giovedì 4 febbraio SS 2HD (differita 14.30 e 21.30 2HD); sabato 6 ore 23 diretta Houston-Portland su SS 2 HD (differita domenica 7 ore 10 3HD e 18 2HD).
RISULTATI 30 gennaio: Filadelfia-GOLDEN STATE 105-108 (18 I.Canaan 5/9 da3, 16 I.Smith 9a, 12 R.Covington +13r; 32 K.Thompson 14/26 4/10 da3 5pe, 23 S.Curry 9/19 5/11 da3 5r 6a 7pe, 10 Dra.Green + 13r 9a 7pe 5/7, 8 a.Bogut +16r 4a 2 st); TORONTO-Detroit 111-107 (29 D.DeRozan 10/21 tl9/10, 18 K.Lowry 4/15 1/5 da3 tl9/12 8r 0a; 22 B.Jennings 5/11 da3, 11 A.Drummond tl1/9); NEW ORLEANS-Brooklyn 105-103 (26 J.Holiday 10/19 7a, 24 R.Anderson 5/9 da3 6r 5a, 20 A.Davis +16r, 6 O.Asik +11r; 33 B.Lopez + 10r tl7/12, 18 W.Ellington 5/8 da3, 0 A.Bargnani nessun tiro, 1 r 1a 2f 10′); INDIANA-Denver dts 109-105 (32 M.Ellis 4/9 da3 9r 6a, 20 J.Hill 9/13 7r 3a 6st, 19 P.George 3/7 da3; 23 D.Gallinar 8/17 1/4 da3 tl6/6 3r 2a 2pe 41′, 18 G.Harrys 7/11 2/3 da3, 16 K.Faried +11 r 3e, 16 N.Jokic + 11r 1/2 da3 3pe); MEMPHIS-Sacramento 120-117 (29 J.Green 3/5 da3, 22 M.Gasol 7/14 6r 5a 5st, 17 C.Lee; 21 R.Gay 2/3 da3 tl7/7 7r, 20 D.Collison, 17 D.Cousins +14r 3/17 1/3 da3 tl10/14 3rec 6pe, 15 R.Rondo 6/14 6r 8a 2rec 7pe 6f; ng M.Belinelli); Houston-WASHINGTON 122-123 (40 J.Harden + 11 a 12/20 6/9 da3 tl10/10 7 r 4re 37′, 20 D.Howard 7r, 15 T.Ariza; 19 J.Wall +13a 7/22 1/5 da3, 13 M.Gortat +11r); CLEVELAND-San Antonio 117-103 (29L.Jaes 10/17072 DA3 TL9/11 5R 7A 2REC 2ST 21 K.Love +11r 8/13 3/6 da3 tl2/2 3a, 21 K.Irving 9/17 0/2 da3 tl3/4 2re, 15 M.Dellavedova 3/5 da3 5r; 24 K.Leonard 7/15 3/7 da3 tl7/8 6r, 15 L.Aldridge 7/11 2r, 15 T.Parkr 5/10 6a, 6 M.Ginobili 2/10 2/4 da3, assente T.Duncan).
A cura di ENRICO CAMPANA