Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo, Matteo Lodo e Giuseppe Vicino da sogno
Incredibile impresa dell’Italia nel canottaggio. Il quartetto azzurro formato da Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo, Matteo Lodo e Giuseppe Vicino ha vinto la medaglia di bronzo nel quattro senza, nonostante una notizia drammatica prima dell’inizio della finale.
Ad un’ora dal via dell’atto finale, Bruno Rosetti è risultato positivo al Covid. Come da protocollo, essendo gli altri azzurri negativi, è stato sotituito da Marco Di Costanzo. Gara comunque celestiale per gli azzurri che hanno chiuso al terzo posto, dietro ad Australia e Romania. Un bronzo davvero speciale, il bis di quello conquistato a Rio 2016 ma con un gusto ancor più particolare per come è arrivato.
A Rio de Janeiro, cinque anni fa, sono state 28 complessivamente le medaglie conquistate dagli Azzurri: 8 ori, 12 argenti e 8 bronzi, che sono valsi all’Italia il nono posto nella classifica finale, il quinto tra i Paesi europei, alle spalle di Gran Bretagna, Russia, Germania e Francia. Niccolò Campriani ne ha vinte due d’oro nel tiro a segno con la sua carabina, Diana Bacosi e Gabriele Rossetti hanno messo tutti in fila nel tiro a volo, ma sono saliti sul gradino più alto del podio anche Daniele Garozzo (scherma), Fabio Basile (judo), Gregorio Paltrinieri (nuoto) ed Elia Viviani (ciclismo su pista). Il veneto è stato uno dei nostri portabandiera nella cerimonia inaugurale. L’altra, Jessica Rossi, ha vinto l’oro nel 2012 a Londra, nel tiro a volo.
Anche nell’edizione inglese sono state 28 le medaglie messe al collo da atleti italiani: 8 d’oro, 9 d’argento e 11 di bronzo. Le altre sette medaglie italiane del metallo più prezioso arrivarono nel tiro con l’arco (squadra maschile), nel tiro a segno (ancora Campriani), nella scherma (ci furono le vittorie del fioretto a squadre femminile e maschile e di Elisa Di Francisca nel fioretto individuale femminile), nel taekwondo (Carlo Molfetta) e nella canoa con Daniele Molmenti.