Un Marchese a Rio – 21 agosto 2016

Aspettando il bis dell’Italvolley  contro il Brasile che sarebbe la madre di tutte le medaglie azzurre perchè le vittorie di squadra sono rare nella storia dei Giochi azzurra, il bronzo della pallanuoto maschile si è aggiunto all’argento del femminile e non va buttato via. Nell’eccitazione del momento, i protagonisti hanno affermato che questa medaglia vale quanto l’oro e più del precedente argento, forse bisognerebbe per non alienarsi la simpatia di chi è lì per ringraziarti.

“Sì, la pallavolo maschile ha una possibilità storica e sono convinto che se la giocherà fino in fondo. È vero che i successi negli sport di squadra sono quasi unicamente legati alla pallanuoto che ha confermato anche a Rio il proprio valore, anche se è necessario non dire certe cose nell’eccitazione del momento”.

– Aspettiamo anche la chiusura ginnastica ritmica, dove l’Italia è finalista ed è già un bel risultato, parliamo invece dell’ultima giornata dell’atletica con la prima volta di due azzurre nella finale dell’alto e la 4×400 femminile per trarre il voto finale per l’atletica un tempo delizia e oggi croce della nostra spedizione.

“Per quanto riguarda l’atletica leggera le due azzurre dell’alto e la 4 per 400 hanno un po’ mitigato una spedizione purtroppo fallimentare, ma era previsto”.

– Nell’alto, con 17 concorrenti, c’è stata la sorpresa di una progressione-killer, e cioè 1,88, 1,93, 1,97: 5° posto per Alessia Trost  e 16° per Desirè Rossit. Alessia 23 anni, ha superato al primo tentativo 1,88 e 1,93 e  fallito l’1,97 col quale hanno vinto le medaglie la 37enne spagnola Beitia, la bulgara Demireva e la croata Blanka Vlasik, la favorita, e l’americana Lowe quarta e quinta a 1,93 con altre 9 concorrenti con la sua stessa misura. Occasionissima mancata, con un salto azzeccato sarebbe salita sul podio!. Desirè, 21 anni, ha invece superato l’1,88 al secondo salto e si è fermata a 1,93. In quel momento c’era molta confusione in pista per le staffette, lei ha confessato che gli tremevano le gambe a vedere tutta quella gente.

“L’alto femminile è stata una gara scadente sotto tutti i punti di vista degna del meeting di Rieti e non di una Olimpiade e per le nostre è stata una occasione mancata avendo certamente a portata una medaglia”.

– La staffetta multietnica 4×400 è arrivata al 6° posto eguagliando il miglior risultato italiano nella specialità (Los Angeles ’84): dopo il record italiano in semifinale ci si aspettava di più, soprattutto dalla Grenot dopo il recente 3° posto europeo, ma come le college ha parlato di stanchezza per la gara del giorno prima.

“La staffetta multietnica che ha corso con i nostri colori poteva fare qualcosa in più e quando si corre in queste circostanze non si ha il diritto di essere stanchi”.

– Morale della favola: l’Italia dell’atletica lascia Rio col 4° posto della Palmisano nella marcia, il 5° della Trost, il 6° posto della staffetta e record italiano, il 6° della Grenot nei 400 e l’8° di Galvan nei 200 sl, ma in questa Olimpiade  purtroppo chi è entrato con un passo promettente non ha saputoconfermarlo, peggiorare in finale verà ricordta come la “sindrome Rio”

“Non si tratta di sindrome Rio, ma di crisi nera per uno sport in cui abbiamo tradizioni nobilissime. È necessario a mio avviso cambiare tutto e partire dalle scuole cercando di promuovere un reclutamento che non c’è. Da troppo tempo sento parlare di sport di base e di scuola, ma non si vede nulla all’orizzonte”.

– Ultima giornata senza record, con una doppietta americana (Matt Centrowitz jr) nei 1500, 4×400  femminile, il nono di oro di Usan Blot con la 4×100 giamaicana e vittorie della lady spagnola Ruth Beitia nell’alto femminile e della sudafricana Caster Semenya negli 800 “mascolinizzati” per questioni delicate di testosterone  comune alle prime tre, dell’inglese Mohammed Farah nei 5000 con i keniani favoriti, del tedesco Thomas Rohler nel giavellotto a 90,3, tanto di cappello a Usain ma il personaggio è stata Alyson Felix, ultima staffettista nella 4×400, l’unica americana a vincere 6 ori olimpici nella storia dell’atetica americana.

“Vedere gli 800 femminili ritengo sia stato imbarazzante constatare il trionfo del testosterone. Questo denota che l’antidoping così organizzato non funziona. Gli americani hanno ancora una volta dimostrato che hanno una organizzazione di base formidabile sia nel reclutamento che nel preservare atleti a lunga durata. L'”inglese” Farah ha dimostrato che le naturalizzazioni intelligenti pagano e come”.

– L’ultima gag di Bolt che compie oggi 30 anni è che all’una di notte di venerdì, nello stadio vuoto, in attesa dell’antidoping, si è cimentato nel giavellotto e al suo primo lancio è arrivato a 56 metri.

“Ancora dobbiamo commentare le doti di Usain Bolt ? Qualsiasi cosa faccia in atletica se gli dai il tempo necessario diventa il migliore”

– Ai microfoni Rai quando gli è stato chiesto cosa ricordasse di questa Olimpiade della sua terza tripletta d’oro consecutiva fra Pechino, Londra e Rio, Usain Bolt ha risposto “il pubblico e la mia squadra”.

“L’intervista a Bolt sembrava fatta alla festa dell’ultimo giorno di scuola e lui ha risposto la prima cosa che gli passava per la testa”.

– A proposito, il caso di Schwazer che per il suo staff sarebbe un complotto  in piena regola, per associazione di idee vengono i brividi quando si pensa che con gli interessi che gravitano oggi nello sport e nella vendita dei farmaci proibiti, che la stessa cosa potrebbe succedere anche a Bolt se qualcuno volesse distruggerne il mito, per cui  oggi il problema è certamente fermare questa pratica e prevenirla, ma anCora  più urgente trovare  grazie ai progressi nella tecnologia e la ricerca ati-doping uno di uno strumento in grado di fornire un controllo istantaneo e certo, alla presenza di un magistrato, almeno dei primi 3.

“Considero il caso Schwazer veramente penoso. Prima di tutto per lui come uomo. Costringerlo o meglio consigliarlo a perseguire certe tesi è crudele. Purtroppo ha sbagliato, si è macchiato della cosa più infamante che lo ha bollato a vita. Se ora esistono tanti dubbi e tante perplessità di come sono state analizzate le prove non sono una buona ragione per continuare questo calvario. Se non si ha più rispetto per l’atleta rispettiamolo per lo meno come essere umano. Lo hanno sbattuto sui media in tutte le maniere, lo hanno portato a Rio, lo hanno fatto allenare tutti i giorni e poi lo hanno crocifisso senza pietà. Ma non si vergognano! ! Il doping è materia delicata che deve essere trattata con la massima professionalità e con grande cautela perché non ci vuole niente a cadere in un vortice da cui non si esce più”.

– Senza dare le colpe al Brasile o ai brasiliani, impreparati all’organizzazione di un’Olimpiade e vittime di scelte politiche che giocavano su prospettive di crescita economica , le riprese televisive di queste Olimpiadi sono state inferiori agli standard di oggi, basta vedere ilcalcio degli ultimi europei: angolazioni sbagliate, assenza di primi piani, replay di routine e accelerati offerti soltanto a fine gara e non nell’istante allo scopo di sciogliere il dubbio di una decisione delle giurie ma anche valorizzare un gesto tecnico, un momento decisivo di una gara ma anche per portare il telespettatore a capire ed apprezzare sport meno popolari”.

“Paese che vai usanze che trovi. È fatale in queste circostanze essere coinvolti nella situazione di base ed è molto difficile venirne fuori. Senza dubbio la crisi economica ha contribuito a complicare le cose e con pochi mezzi fai quello che puoi. I brasiliani hanno confermato i loro limiti, ma c’è di peggio”.

– Vogliamo parlare della Rai? Se investi tanti soldi – che arrivano dai contribuenti – perchè non mi sembra proprio che il gettito pubblicitario fosse da Olimpiade,  e fai pagare un canone, è necessario alzare gli standard ai massimi livelli dei network internazionali. Questo vale per le riprese, ma anche per i commenti. Se si allenano i campioni per raggiungere le medaglie, la stessa cosa deve avvenire per i telecronisti e analisti, procedendo a una selezione, non a scelte d’ufficio o dell’ultimo momento o viaggi premio. E poi ci sarebbero anche gli ospiti che i presentano per il gala col maglione e la giacca fatta con ll stessa stoffa a quadri della tovaglia di cucina.Anche loro devono arrivare allenati.

“Della RAI a più riprese abbiamo già detto. A cose fatte aggiungerei che non si può affrontare le Olimpiadi con tutte le spese che comportano con un supporto pubblicitario dei biscotti stile maison, di cibo per cani o gatti e delle tende da sole. Tutto il mio rispetto per questi settori, ma non esisteva qualcuno più adatto in tutti i sensi al progetto ? Le qualità dei commenti erano nella loro maggioranza frutto della statalizzazione dei suoi impiegati e l’ingaggio dei vari esperti era occasionale oppure fuori luogo come quello che con un terribile accento regionale commentava le gare di canoa. Nel suo complesso è stata una spedizione molto improvvisata che non dava l’impressione di un adeguato allenamento e per molti è sembrato che fossero in viaggio premio a sfondo aziendale”.

– Senza fare nomi, non sono mancati  picchi (rari) di bravura ma anche di impreparazione, di vanità e goffaggine,retorica, sovrapposizione delle voci, logorrea,  tifo da stadio. Il “taglio” della telecronaca non sempre è stato adeguato a quel particolare evento.  Uno afferma  che non parlerà di tecnica per far capire meglio dalla gente la bellezza del suo sport e la cosa ci sta bene,  e un altro  invece si comporta come commentasse  il campionato italiano  per i soliti quattro gatti, sfoggiando nel suo colto (provincialismo) uno slang incomprensibile senza rendersi nemmeno conto, magari, che un torneo femminile è diverso da quello maschile e di cosa soprattutto ci vuole per conquistare l’inclita. Colui che concorre alla massa critica, e se crescono i ratings la pubblicità si trova.

“Qualcuno di bravo in mezzo a tanta mediocrità c’è stato. Certamente l’intera copertura ha patito il fuso orario sfavorevole e per certo i ratings non saranno lusinghieri, è certo però che sarebbe stato possibile fare meglio con la pubblicità e la sua qualità.

– Con le medaglie in  chiusura dell’atletica gli Stati Uniti hanno fatto meglio di Londra, 116 medaglie, 12 in più, dominio incontrastato nel nuoto, tenuta nell’atletica in generale e brillante nel settore femminile: lo sport è più che mai  la cinquantunesima stella della bandiera americana, non è facile migliorarsi. Gli Stati Uniti hanno raccolto quello che con il tempo hanno seminato e la loro organizzazione selettiva ha pagato”

– La Gran Bretagna alla chiusura dell’atletica ha vinto 66 medaglie, una più di Londra e dal 4° posto la nazione del melting-pot e della Brexit passa al 2° posto: è l’history case nella storia dei Giochi,  non succede mai  di  superarsi nei quattro anni successivi, lord Sebastian Coe ha fatto un grandissimo lavoro, il suo prestigio continua a salire e una parte del suo paese gli chiederà di candidarsi a premier.

“Sebastian Coe ha ulteriormente dimostrato le sue capacità e certamente dopo essere stato l’uomo chiave dell’Olimpiade di Londra ha saputo prolungare quell’onda lunga da Paese ospitante e consolidare i già brillantissimi risultati. Lui Primo Ministro ? Perché no?

– Le due repubbliche dal passato comunista  hanno perso terreno, la Cina era arrivata a Rio in veste di competitor degli Usa e conquistando 20 medaglie in meno (da 88 a 68), ancora  del tutto estranea ai grandi sport di squadra tranne che nel volley femminile, è passata dal 2° al 3° posto e la Russia dal 4°  al 3° (82-53) perdendo  ben 29 medaglie; c’è qualcosa di più della squalifica per il doping della squadra dell’atletica, vedi l’assenza dei tornei di basket nei quali è stata la prima a battere gli americani, il capitalismo sta facendo rimpiangere lo sport di stato.

“Per la Cina si tratta di un problema di imborghesimento momentaneo e sono certo che non perderà di vista gli USA. La Russia ha invece altri problemi ben più profondi e seri. Prima di tutto ha subito una frazionalizzazione del suo territorio con una miriade di altri Stati che una volta erano parte della Unione Sovietica. Poi il malcostume, la corruzione ed il decadimento dei suoi ideali hanno contribuito a farne un Paese con dei principidiscutibili. Ora Putin cerca di assemblare il tutto e non è una cosa facile. Lui però è deciso e ama lo sport e sono convinto che rifarà grande la Russia. Ci vorrà un pò di tempo ,ma non molto”.

– Bilancio con beneficio d’inventario  dell’Italsport alla vigilia della chiusura  in cui  l’Italia si gioca l’oro nel volley col Brasile  e gli Usa la faccia nel basket con la Serbia  e la maratona per noi è un sogno proibito:  10° posto, 26 medaglie,  8 ori, 11 argenti, 7 bronzi ai quali si aggiunge un oro , un argento,  8° posto a Londra con 28 medaglie, 8 ori, 9 argenti, 11 bronzi, fra  il serio, il poco serio e il faceto può passare la battuta che a Rio l’Italia si è presentata in tiro?

“Con la chance della pallavolo ci giochiamo la possibilità di chiudere in bellezza o meglio in tiro. Certamente il tiro a segno ha dato una grossa mano all’amico Giovanni, ma alla fine è arrivato anche molto d’altro. Nel basket  è vero invece che gli Stati Uniti nel basket si giocano la faccia , ma non la perderanno”.

– Nel calcio il Brasile ha battuto la Germania ai rigori, l’onore è salvo, può rischiare invece nel basket con gli Stati Uniti contro o serbi  Serbia  nella finale più attesa negli sport di squadra per interesse planetario dopo aver vinto le ultime 3 olimpiadi con una serie-record di 75 vittorie consecutive nella storia di questo sport.

” La Serbia può davvero fare il colpo. Finalmente il Brasile ce la ha fatta e sono contento. La Germania ha schierato una squadra di ragazzini, ma ciò non toglie che per il Brasile è stato duro e difficile e solo minimamente ha mitigato l’onta dello scorso anno. Gli Stati Uniti nel basket devono stare attenti perché i Serbi non hanno paura di nulla.

–  Il vero Dream Team è oggi la squadra femminile USA che ha battuto una Spagna con un’intensità di gioco micidiale, soprattutto in difesa, e vinto il 5° titolo con sangue italiano: Geno Auriemma emigrato giovanissimo da Avellino con la famiglia, Diana Taurasi figlia di un italiano e Elena Delledonne conosciuta anche per le battaglie sui diritti civili alla voce “discriminazione di genere”. Da parte sua , sicra di vincere, Griner giocatrice capace di sciacciare ha lanciato la provocazione di una sfida 1 contro 1  con Cousins il centro della squadra maschile”.

“Devo confessare che la pallacanestro femminile non mi piace, ma questa squadra mi sta facendo cambiare idea. Le americane sono formidabili e specialmente quelle di origine italiana hanno delle doti notevoli. Sono condotte da questo altro italiano di origine e sono un vero rullo compressore. La Griner però se vuole evitare brutte figure non dica queste c….te”.

– Il “Chissenefrega” di oggi?
“Chi ha vinto il golf femminile”

A cura di ENRICO CAMPANA


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