Maurizio Sarri, che sa di essere nella bufera per gli insulti denunciati da Roberto Mancini, rifiuta la patente di ‘omofobo’.
“Mi ero innervosito per l’espulsione di Mertens, non ce l’avevo assolutamente con Mancini – racconta alla Rai -. Ho visto che si lamentava per i minuti di recupero e mi è scappata una parola, ma sono cose da campo e dovrebbero terminare lì. Sarebbe stato meglio se non fosse accaduto nulla, ma per me è stata una litigata da campo. Mi è sfuggito un insulto, ho chiesto scusa e lui era contrariato, mi aspetto che anche lui si scusi. Non mi parlate di omofobia o cose del genere, è un’esagerazione”.
“Ero inferocito per l’episodio, non ce l’avevo con Mancini e la mia parola non aveva nessun secondo fine – aggiunge il timoniere azzurro -. Non ricordo cosa gli ho detto. Dico che queste cose devono rimanere in campo perché c’è una tensione diversa di solito, non come nella vita normale. Era qualcosa che doveva finire in pochissimi secondi. Io non l’avrei fatta uscire dal campo, però accetto che un’altra persona la pensi diversamente. E’ stata un’offesa inopportuna, ma non è normale farla uscire dal campo. Più che chiedergli scusa non so cosa fare, mercoledì glielo ripeterò se mi procuro il numero. In campo ho sentito e visto di peggio, sotto stress può succedere. Non c’è nessun tipo di discriminazione, mi è sfuggito questo termine”.