L’addio di Gonzalo Higuain al Napoli e il suo approdo alla Juventus hanno alzato un polverone mediatico che ha pochi precedenti nel mondo del calcio.
Tre anni fa Cavani diceva addio a Napoli e, come fatto con Higuain, De Laurentiis aveva scritto una lettera per congedare l’uruguaiano, ma i toni erano stati differenti: sincero dispiacere, ma minore risentimento.
“Caro Edy, il giorno che non avrei voluto che arrivasse è arrivato. Da oggi non sei più il nostro Matador ma diventi uno dei giocatori del Paris Saint Germain. Ho sperato fino all’ultimo che tu ci ripensassi, ma in cuor mio avevo capito che non lo avresti fatto – si legge in un estratto della lettera -. Lo sai, lo sappiamo, abbiamo dato un grande dispiacere ai tifosi del Napoli, che avevano visto in te qualcosa che li inorgoglisse. Averti assecondato ogni anno per darti il giusto premio per il tuo formidabile impegno non è stato sufficiente. Nemmeno un contratto fino al 2017 alle tue condizioni. Ognuno fa le sue scelte, e non te ne voglio. Hai fatto la tua scelta. Noi ti saremo sempre riconoscenti e chissà, magari presto ci troveremo di fronte da avversari, amici, ma comunque avversari. Sarà una grande festa e sarà fantastico provare a batterti. Ciao amico mio. Spero per te che tu abbia fatto la scelta giusta”.
Oggi, tre anni più tardi, la storia si ripete. Il presidente scrive al Pipita, intimandolo di essere sincero. Ma le parole sono più forti e il rancore è radicato: probabilmente, come ammesso dal padre di Higuain, il problema è la Juve.
Ecco, secondo De Laurentiis, Gonzalo poteva andare ovunque, ma non alla Juventus. Ed è l’addio più amaro e l’epilogo più tragico che i protagonisti di questa storia potessero scrivere.