Lui lo ha lanciato nel grande calcio, raccogliendone i primi frutti in quella ormai lontana note di dicembre del 1999, quando il gol da favola all’Inter aprì ufficialmente la lunga avventura di Antonio Cassano nel calcio italiano, che ha vissuto a Roma la parentesi più felice.
E allora chi meglio di Eugenio Fascetti può dare a FantAntonio il più disinteressato dei consigli in un momento chiave della carriera dell’attaccante barese, che a 34 anni si trova fuori rosa alla Sampdoria dallo scorso luglio, dopo aver rifiutato anche la possibilità di tornare a Bari?
L’ex allenatore, tra le altre, di Torino e Lazio, non ha usato mezzi termini parlando con Sky Sport dell’attuale situazione di Cassano: “Alla Sampdoria era tornato a casa, ma ha trovato il modo di litigare un’altra volta. A questo punto penso possa anche appendere le scarpette al chiodo, è dura che possa trovare una squadra a gennaio”.
Parole sorprendenti e amare quelle dell’allenatore toscano, che rivela di aver interrotto proprio malgrado da tempo i rapporti con il proprio pupillo: “Da ragazzino era un talento enorme, con me non ha mai avuto problemi, ma aveva 16-17 anni. Di talenti così ne ho visti pochi, ho cercato di spiegargli certe cose, ma ormai non lo sento dal suo matrimonio. Saranno 7-8 anni. Se vuole venire a parlare con me, ben volentieri”.
“In campo era difficile imbrigliarlo, ma fuori ci ha messo molto del proprio, non si possono sempre trovare scusare – ha aggiunto Fascetti – Cassano è stato un fuoriclasse che non si è espresso al 100% e veder buttare via un talento di quel tipo non mi ha fatto piacere. Sono deluso, avrebbe potuto scrivere un’epoca del calcio italiano per le sue doti naturali, ma non ha fatto nulla per migliorarsi”.
Fascetti individua infine il momento di svolta negativo della carriera di Cassano: “Quando uno va al Real Madrid in quelle condizioni fisiche vuol dire che ha capito poco del calcio moderno dove la tecnica non basta più'”.