Da Wanda a Handa il passo è lungo, ma a non cambiare sono le spine per l’Inter. Tra le inquietudini di Mancini, un mercato in entrata che non si sblocca e il caso Icardi che impazza anche a causa dell’attivismo della moglie-agente (Mauro non ha giocato a causa dell’infortunio alla spalla), c’è anche il campo, che ha posto l’Inter di fronte alla prima amichevole di livello dell’estate 2016.
Dopo il test contro il Salt Lake City, a Eugene i nerazzurri sono usciti sconfitti per 3-1 ad opera del Paris Saint Germain nel debutto all’International Champions Cup.
Decisive due azioni da palla inattiva e altrettante papere di Handanovic, che al 14’ non trattiene una punizione di Ben Arfa favorendo il tap in di Aurier e poi al 60’ si fa sorprendere da un siluro dalla distanza di Kurzawa.
In mezzo, sprazzi di buona Inter che è riuscita a tenere testa a un avversario ugualmente in rodaggio, oltre che alle prese con il cambio di allenatore, ma di certo superiore dal punto di vista tecnico. Lo stesso Handanovic ha però evitato un passivo peggiore nel primo tempo con un paio di interventi, mentre davanti in casa Inter ha brillato un convincente Jovetic.
Dopo il gol di tacco al Salt Lake il montenegrino si è confermato in palla, firmando i pericoli maggiori per la porta di Areola con una conclusione dalla distanza nel primo tempo oltre che con un tiro respinto sulla linea da Thiago Silva e con il gol del provvisorio pareggio, al 37’, su calcio di rigore. A 3′ dalla fine, sugli sviluppi di un corner, tris e doppietta personale di Aurier.
Questa la formazione di partenza scelta da Mancini (4-4-2): Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Ranocchia, Erkin; Biabiany, Melo, Kondogbia, Nagatomo; Palacio, Jovetic