Alessandro Florenzi è stato operato venerdì a Villa Stuart a seguito della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro rimediata nella partita vinta con il Sassuolo.
L’operazione, inizialmente prevista per giovedì, è slittata a venerdì per i numerosi impegni, visite e operazioni già nell’agenda del professor Mariani. L’intervento è riuscito perfettamente.
Ora il dilemma è conoscere i tempi di recupero del giocatore, che su Facebook ha scritto in un post che riportava il testo della canzone “Il Giorno Di Dolore Che Uno Ha” di Ligabue che in 100 giorni vorrebbe calcare nuovamente il manto erboso, aggiungendo 10 solo giorni ai 90 giorni stabiliti da Villa Stuart per “completare al meglio il protocollo riabilitativo”.
Il record di recupero più rapido per un calciatore a seguito ad un intervento al legamento del ginocchio spetta a Cristiano Lucarelli, che ai tempi del Napoli, tornò in campo dopo soli 88 giorni, Insigne qualche giorno in più, così come Rudiger. Diverso il discorso per Strootman, operato in Olanda, che poi dovette sottoporsi a due nuovi interventi prima di riprendere a scendere in campo con regolarità.
Sul tema dei tempi di ripresa di Florenzi in esclusiva a Sportal.it il dott. Giovanni Di Giacomo, specialista in chirurgia ortopedica a livello internazionale, spiega che: “per l’integrazione biologica del crociato nel tessuto osseo bisogna aspettare minimo quattro o sei mesi, per evitare che il giocatore incorra in nuove recidive. È fondamentale rispettare lo step dei giusti tempi biologici di ripresa”.
Spalletti dovrà quindi fare a meno di Florenzi per minimo quattro mesi, se il giocatore si troverà in condizioni di buon tono muscolare e di integrazione biologica, ma come precisato dal dott. Di
Giacomo “la piena attività sportiva sarà possibile dopo sei mesi di stop, tempistica dovuta alla qualità dell’intervento chirurgico, del trattamento riabilitativo e alla qualità dei tempi di integrazione, che non possono essere comunque inferiori al quarto mese”.
Il rientro previsto sarebbe quindi a primavera, ma conviene accorciare i tempi di recupero? Secondo Di Giacomo “non è positivo accelerare i tempi di ripresa, considerando anche la storia di alcuni giocatori, che sono successivamente rimasti fermi per anni”.