Il tempo delle consultazioni è finito. La crisi tecnico-societaria del Parma è ufficialmente terminata, seppur al termine di un percorso molto accidentato.
Daniele Faggiano, nuovo direttore sportivo ed erede del duo Minotti-Galassi, è stato presentato giovedì mattina presso il centro sportivo di Collecchio, dopo l’introduzione del vice-presidente Marco Ferrari, che ne ha approfittato per fare un punto sugli ultimi, tribolati giorni, non prima di avere risposto alla Spal sul ‘caso Vagnati’:
“Con la nomina di Daniele abbiamo chiuso quella che in molti hanno chiamato una ‘crisi al buio’. È vero, d’altronde questa è una proprietà a digiuno di esperienza nel mondo del calcio, ma nel momento in cui è venuta meno la fiducia con il management precedente la trasparenza della proprietà ha fatto sì che si comunicasse la decisione agli interessati e solo in quel momento si prendessero in esame le soluzioni da prendere. Avevamo due possibilità, potevamo puntare su due ‘coppie’. Da una parte l’esperienza di mostri sacri che avevano accumulato anni di successi, dall’altra l’entusiasmo di chi aveva meno successi, ma uguali capacità. Con D’Aversa e Faggiano abbiamo deciso di puntare sulla ‘seconda coppia’”.
Poi, spazio a Faggiano che ha spiegato il “piacere” di essere considerato una seconda scelta…: “Sono qui con la voglia e la grinta che mi contraddistingue. Quando mi hanno chiamato la società era già avanti con un’altra situazione, ma io mi ero appena liberato ed ero ben felice di conoscere la proprietà. Ho aspettato gli eventi e quando mi hanno chiamato ormai avevo perso le speranze. Stare in questo centro sportivo e in questa città mi emoziona, c’ero già stato 10 anni fa come aspirante ds, ma adesso è mio…”.
Faggiano ha poi anticipato il proprio modus operandi, che non farà troppo piacere alla stampa locale…: “Di mercato per adesso non voglio parlare, ci sono partite importanti alle porte, il derby e non solo. Dobbiamo ancora valutare la squadra dentro e fuori dal campo, il nostro intento deve essere creare un ambiente compatto e soprattutto professionale. Tutti dobbiamo dare qualcosa in più, me compreso, per uscire dalle difficoltà. Credo che qui si possa ricreare l’ambiente che ho trovato a Trapani: anche là arrivai in un momento diffiicle, ma grazie a grandi dirigenti risalimmo la china”.
E c’è spazio anche per una simpatica gaffe sul nuovo allenatore…: “Conosco D’Aversa, c’è un rapporto di stima reciproca dai tempi di Siena. Lo scorso anno ci siamo incrociati perché lui fu esonerato dal Lanciano dopo una sconfitta con il mio Trapani… Ha fatto benissimo a Lanciano, la società ha scelto molto bene. Avessi deciso io, non avrei potuto fare una scelta migliore. Non interferirò mai con le scelte tecniche dell’allenatore, la formazione la conoscerò solo pochi minuti prima della partita. Lascerò massima libertà a Roberto De Zerbi… Scusate, D’Aversa. Si chiamano entrambi Roberto e sono pure amici…”.